Il 2 aprile 2019 la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità l’emendamento al d.d.l. “Codice rosso” (in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere) che introduce il reato di revenge porn. (leggi anche – Marzo Europeo: il cammino dei diritti delle donne contro la violenza) L’emendamento è stato votato dopo il raggiungimento di un accordo tra maggioranza e opposizioni. Ora il provvedimento nella sua interezza, approvato alla Camera, passerà poi all’esame del Senato.
Revenge porn: cosa dice l’emendamento approvato
Salvo che il fatto costituisca un reato più grave, saranno puniti coloro che – dopo averli realizzati o sottratti – inviano, consegnano, cedono, pubblicano o diffondono immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate.
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La pena prevede la reclusione da 1 a 6 anni e una multa da 5.000 a 15.000€. Saranno ugualmente puniti coloro che, ricevendo o acquisendo le immagini, le diffondano a loro volta senza il consenso degli interessati. Un aggravamento di pena è previsto nel caso in cui il reo sia il coniuge (anche separato o divorziato) o una persona precedentemente legata da relazione affettiva alla persona offesa.
Il termine che avrà la vittima per presentare la querela sarà di 6 mesi. La pena sarà aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi a danno di una persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o di una donna in stato di gravidanza. In tali casi si procederà d’ufficio.