Da domani, martedì 1° giugno, finalmente c’è la riapertura ristoranti e bar al chiuso, anche in zona gialla. Una boccata di normalità dopo una anno e mezzo. Non sono previsti limitazioni di posti a sedere e si può consumare al banco. Resta valido il buon senso, è infatti importante continuare a mantenere le distanze. Insieme a ristoranti e bar riaprono anche stadi e palazzetti.
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Riapertura ristoranti e bar: da domani aperti anche al chiuso
Da domani l’Italia compie un altro passo verso la normalità. Da domani, martedì 1 giugno, si potrà consumare al bancone nei bar e mangiare anche al chiuso nei ristoranti. In tutta l’Italia, anche in zona gialla, quindi in tutte le regioni l’unico limite sarà il buonsenso. Non ci saranno più restrizioni dei posto a tavola, ma sarà importante mantenere la distanza. I ristoranti dovranno comunque definire un numero massimo di presenze contemporanee in relazione agli spazi e ai ricambi d’aria. Sarà comunque obbligatoria la mascherina e l’uso di prodotti igienizzanti sia per il personale che per i clienti.
La distanza tra i tavoli rimane di almeno 1 metro che si estende a 2 negli scenari ad alto rischio di contagio. L’orario di chiusura sarà sempre vincolato dal coprifuoco che, tra il 7 e il 21 giugno, sarà accorciato e infine eliminato. Una boccata d’aria per un settore ormai in ginocchio, anche il direttore generale di Fipe – Confcommercio commenta la riapertura dicendo: “Tutti speriamo che questa volta si apra per non chiudere più“. “Bisognerà stare attenti perché se l’emergenza sanitaria sta scemando, i problemi economici di chi lavora nel nostro settore non termineranno dall’oggi al domani“. Dai dati stimati si contano 300mila tra bar e ristoranti in Italia. Lo scorso anno 22mila di questi hanno chiuso a causa del lockdown. Altri 20mila quest’anno hanno abbassato anche loro le serrande per non riaprirle più.
Riapertura ristoranti ma i danni economici sono irrecuperabili
Secondo le stime se nel 2019 bar e ristoranti avevano fatturato 90 miliardi di euro, nel 2020 si è registrato una perdita di 40 miliardi. Nell’anno corrente, 2021, siamo già a meno 20 miliardi. In un anno e mezzo il comparto ha quindi perso 60 miliardi di euro, soldi irrecuperabili.