Il calcio italiano sembrava pronto a ripartire a porte aperte. Dopo la conferenza Stato – Regioni, la riapertura stadi aveva finalmente una data. La terza giornata di campionato ha visto gli stadi pieni al 25%. L’annuncio era arrivato dal vice presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Giovanni Toti. Contrario però il Cts, comitato tecnico scientifico, per il quale non esistono le condizioni per consentire ulteriori aperture. Inoltre la positività dei 14 giocatori del Genoa, la querelle per Juve-Napoli e i nuovi focolai in casa Inter e nella Nazionale Under 21 (che annulla l’amichevole in Islanda) non aiutano la riapertura stadi. Sull’argomento interviene anche il comitato esecutivo della Uefa (soddisfatto delle misure precauzionali prese per la Supercoppa Europea): stadi pieni al 30% e senza tifosi ospiti, ma faranno fede le decisioni delle autorità locali.
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Riapertura stadi: una giornata “mozzata”
Toti precisa che c’è bisogno della riapertura stadi. “Il mondo dello sport ha sofferto, come altri settori, di un fermo prolungato dovuto alla gestione della pandemia. Ora occorre riattivare l’intero settore sportivo, puntando su una presenza limitata di pubblico e sul massimo livello di prevenzione“.
Nella prima giornata, ripartita a metà , solo due erano gli stadi aperti. Il Tardini, con Parma – Napoli, e il Mapei Stadium, con Sassuolo – Cagliari, hanno visto le prime sofferenze e le gioie dei tifosi. Infatti soltanto l’Emilia Romagna ha anticipato la riapertura degli stadi.
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Riapertura stadi: la conferenza Stato – Regioni
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Riapertura stadi: Mascherine obbligatorie al chiuso e bandiere vietate


La riapertura stadi ha anche delle opposizioni, soprattutto da parte del Ministro della Salute Roberto Speranza, che l’ha definita, ai microfoni di Rai Radio 2, “futile e non prioritaria“. Nonostante questo, durante la conferenza sono state presentate varie proposte per la riapertura. Inoltre ultimamente il Cts ha dichiarato la riapertura stadi come un qualcosa di “pericoloso” considerando gli attuali indici epidemiologici.
Gli stadi (come confermato dal nuovo Dpcm) avevano avuto regole precise: un massimo di 1000 spettatori per settore negli stadi aperti e 200 per i palazzetti. Mascherina indossata per tutta la durata dell’evento se al chiuso. All’aperto protezione individuale indossata dall’ingresso fino al raggiungimento del posto a sedere e ogni volta che ci si allontani. Obbligatorio il distanziamento di almeno un metro tra ogni spettatore.
Il peggioramento del quadro generale ha portato però alla nuova revisione di un tormentone infinito. La riapertura stadi quindi salta ancora. Queste le parole del presidente della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) Gabriele Gravina: “Siamo consci che, con una tale recrudescenza dei contagi, in questo momento la riapertura stadi deve essere necessariamente messa in secondo piano. Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di dichiarazioni (il riferimento è alle critiche dell’attuale ct della Nazionale, Roberto Mancini, ndr) che alimentano confusione e inutili tensioni. Quello che chiediamo è l’applicazione rigorosa del protocollo in essere da parte di tutti, perché rappresenta l’unico strumento attuabile in grado di garantirci il prosieguo delle competizioni sportive, così come sono iniziate“.