Rifiutato clinica, scoppia il caso di come è stato tratto un paziente che era prima stato ammesso nella struttura ma poi rifiutato per dei motivi estranei alla sua condizione medica.
Succede a Palermo. Un senzatetto di 67 anni è stato inizialmente ricoverato al pronto soccorso del Policlinico per una frattura al femore. Il medico curante aveva predisposto per l’uomo un intervento chirurgico. I posti letto nell’ospedale pubblico però mancano, quindi si predispone un ricovero nella clinica privata Latteri. Inizialmente il procedimento sembra andare liscio. La clinica che però inizialmente aveva dato disponibilità si tira indietro. La ragione del mancato ricovero è stata scritta nero su bianco. “In atto non è possibile ricoverare il paziente nella nostra struttura in quanto risulta analfabeta, senza parenti e dimora”.
Rifiutato clinica: problemi al momento dell’accettazione
Il momento del rifiuto è avvenuto durante l’arrivo nella struttura. Infatti l’uomo è stato fatto alzare dalla brandina in cui si trovava in ospedale. Il 67enne è salito in ambulanza ed è stato trasportato in struttura. Al arrivo nella struttura privata però iniziano i problemi e il successivo rifiuto. Il posto c’è, ma il rifiuto viene confermato. L’assessore regionale alla Salute ha rilasciato una dichiarazione sulla vicenda. “Abbiamo avviato con l’Asp di riferimento tutti i necessari accertamenti e attendiamo i risultati con l’urgenza che il caso richiede”.
Rifiutato clinica: la risposta della struttura privata
Dopo la polemica arrivata anche sui social della vicenda, la casa di cura Latteri ha rilasciato la sua versione dei fatti. “La direzione della casa di Cura Valsalva Latteri di Palermo precisa che secondo le normative vigenti può prestare le cure a pazienti che siano in grado di poter dare il loro libero e informato consenso alle cure, diversamente da quanto è tenuta a garantire una area di emergenza pubblica che dovendo prestare istituzionalmente le prime cure può derogare a ciò per il bene del paziente. Nel caso di pazienti non collaboranti si richiede almeno l’assenso del parente più prossimo”. La casa di cura precisa che si sarebbe resa disponibile all’accettazione nelle prime ore diurne del giorno successivo per un interventi chirurgico “importante ma non vitale”.