Roberto Fiore domiciliari richiesti nuovamente. Questa volta la motivazione è data da un positivo in cella con lui. Così, l’uomo a capo dell’assalto alla CGIL, imputato anni fa per la strage di Bologna, cerca la scappatoia. Pochi giorni fa infatti il GIP aveva bocciato la richiesta del suo avvocato. “Un attentato alla sua vita”. Così parla l’avvocato nei confronti del suo assistito, leader di Forza Nuova. Uno dei capi No Vax ora ha quindi paura del Covid, strana la vita.
Il giorno di Natale, il 25 dicembre, il GIP si era espresso a riguardo. Domiciliari negati a Fiore, Castellino e Lubrano perché ritenuti “altamente pericolosi”. Di fatto sono indicati come gli artefici dell’assalto alla CGIL. Dopo soli tre giorni però, da Fiore, arriva una nuova richiesta di domiciliari. Il motivo questa volta è di salute. L’ex brigatista nero accusato della strage di Bologna (poi latitante), leader di Forza Nuova e testa dei No Vax è con un positivo in cella. L’avvocato parla di: “Attentato alla sua vita”. Un po’ ironica la vita, giusto un po’.
Roberto Fiore domiciliari: le parole dell’avvocato
L’avvocato Trisciuoglio è il legale che difende Roberto Fiore. Queste le sue parole a seguito della richiesta di domiciliari a causa di un positivo in cella col suo assistito. “Nel superiore interesse della tutela alla salute di Fiore, e quindi, a tutela della sua vita, domani presenterò nuova istanza al Gip”. Secondo l’avvocato tale convivenza metterebbe a rischio morte il suo assistito. “Chiederemo un incontro ad horas con il Direttore Sanitario della struttura carceraria”. Dato che: “In queste condizioni non è monitorabile il paziente all’interno del carcere a causa di gravi patologie pregresse”. Tuttavia, sorge un dubbio, così, su due piedi… non basterebbe cambiare cella? Al Gip ora la risposta.