San Gennaro: “Faccia ‘ngialluta”, storia e miracoli del Patrono di Napoli

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Foto da Wikipedia

Il 19 settembre si celebra la festività di San Gennaro. Napoli è profondamente legata al culto del suo Santo Patrono, soprattutto per il famoso miracolo della liquefazione del sangue, che attrae devoti e curiosi di tutto il mondo. Tante sono le leggende e i misteri legati alla figura del Santo e alle sue spoglie, che si intrecciano a interessanti fatti storici.

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Il Patrono di Napoli nato a Benevento

San Gennaro
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La leggenda narra che San Gennaro nacque nel 272 d.C. a Benevento, città di cui fu Vescovo. Testimonianze più certe si hanno per la data di morte, nel 305. I documenti dell’epoca riferiscono che il Santo si stava recando a Miseno per una liturgia. Fu catturato lungo la strada a causa delle persecuzioni contro i cristiani, sotto l’imperatore Diocleziano. Poiché rifiutava di rinnegare la sua fede, venne condannato a morte. Si racconta che il Santo riuscì ad ammansire le belve pronte a sbranarlo nell’Anfiteatro Flavio. Dopo fu decapitato presso la Solfatara, a Pozzuoli. Dopo l’esecuzione, vennero riempite due ampolle con il suo sangue (oggi custodite presso il Duomo di Napoli).

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La travagliata storia delle sue spoglie

San GennaroSi tramanda che San Gennaro fu sepolto in Campo Marciano, presso il lago di Agnano. Le sue spoglie furono trafugate nell’831 e portate a Benevento. Nel XII secolo furono spostate nel santuario di Montevergine, vicino Avellino. Nel 1497 il corpo del Santo fu solennemente traslato nel Duomo di Napoli, dove si trova tuttora.

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Faccia ‘ngialluta fà o’ miracolo!

San Gennaro
Foto da Wikipedia

Secondo alcuni cronisti medioevali, il primo miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro è avvenuto il 17 agosto del 1389. Da allora, il prodigio ha continuato a compiersi, rafforzando il singolare vincolo tra il Santo e la sua città.

I devoti partenopei erano soliti gridare: “Faccia ‘ngialluta fà o’ miracolo!”. Si tratta di una vera testimonianza del rapporto confidenziale che il popolo ha col suo Patrono. I napoletani lo chiamano affettuosamente “faccia ‘ngialluta” (ovvero faccia gialla) per il colore assunto dalla sua statua di bronzo con il passare del tempo. Il prezioso busto reliquiario fu fatto realizzare da Carlo II d’Angiò nel 1305. Contiene le ossa del cranio e le ampolle del sangue del Patrono.

Il miracolo è atteso tre volte l’anno: il 19 settembre, giorno del martirio, il 16 dicembre (anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631, quando si dice che il Santo riuscì a fermarne la lava) e il sabato precedente la prima domenica di maggio, data della definitiva traslazione del corpo.

I napoletani sono molto legati a questo evento, anche perché quando il miracolo non è avvenuto la città di Napoli è stata colpita da grandi tragedie. Il sangue non si è sciolto:

  • nel settembre del 1939 e del 1940, in corrispondenza dell’inizio della Seconda guerra mondiale e dell’entrata nel conflitto dell’Italia;
  • nel settembre del 1943, data dell’occupazione nazista;
  • nel settembre del 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli;
  • nel settembre del 1980, anno del devastante terremoto in Irpinia.
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San Gennaro e Napoli: devozione e superstizione

San GennaroIl compimento del miracolo è dunque per i fedeli partenopei una garanzia di benessere per la città. Il culto di San Gennaro non è solo fede religiosa, ma anche scaramanzia e mistero. Nonostante le molteplici ipotesi e indagini scientifiche, le cause reali del prodigio non sono state ancora svelate.

Non ci resta che attendere anche quest’anno che l’evento si ripeta, con tutto il suo carico di meraviglia, mistero e passione.