L’11 novembre si celebra San Martino. Si tratta di una ricorrenza suggestiva che ha ispirato anche il poeta Giosuè Carducci. Il periodo in cui cade questa festività è conosciuto anche come “estate di San Martino” per il temporaneo cambiamento delle condizioni meteorologiche. Il clima diventa meno freddo e le giornate più soleggiate. Inoltre, come recita il proverbio, “a San Martino ogni mosto diventa vino”. Infatti, in Campania e in molte regioni italiane si assaggia il vino nuovo e si organizzano feste e sagre per l’occasione.
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L’estate di San Martino
San Martino visse nel IV secolo d.C. Nato in Pannonia, una regione dell’Impero Romano che ora corrisponde in parte all’Ungheria, era un soldato dell’esercito romano. Mentre si trovava in Gallia, fu protagonista di un evento che cambiò radicalmente la sua vita.
In un giorno gelido e piovoso, durante una ronda a cavallo, Martino notò un mendicante che tremava per il freddo. Impietosito, Martino tagliò il suo mantello a metà e lo condivise con il pover’uomo. Secondo la leggenda, poco dopo il sole si fece largo tra le nubi e tornò il bel tempo. È la nota “estate di San Martino”, che la tradizione attribuisce al suo bel gesto.
Sempre secondo la leggenda, quella stessa notte gli comparve in sogno Gesù che lo ringraziava per il dono del mantello. Era proprio lui, infatti, il mendicante infreddolito. Si racconta, inoltre, che Martino al suo risveglio trovò il suo mantello completamente integro.
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San Martino, da soldato romano a vescovo di Tours
Martino viaggiò in lungo e in largo per convertire i pagani, soprattutto nelle campagne, in cui il culto del santo si è radicato maggiormente. Tra l’altro, la sua propensione a viaggiare lo rese il santo protettore dei pellegrini.
Martino divenne vescovo di Tours nel 371 d.C. Morì l’8 novembre 397 d.C, ma il funerale fu celebrato tre giorni dopo. Infatti la sua festa cade proprio l’11 novembre.
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“A San Martino ogni mosto diventa vino”
Lo stesso giorno di San Martino cade proprio in un periodo fondamentale per il mondo campestre. Segna il termine della stagione agricola, quando si tirano le somme su quanto si è riuscito a produrre. Nelle cantine si aprono le botti per assaggiare il vino nuovo, ovvero il vino “fresco”, figlio dell’ultima vendemmia.
Al santo si attribuisce anche il miracolo di aver trasformato l’acqua in vino, motivo per cui è divenuto anche protettore degli osti. In molte località la festa di San Martino, pertanto, è caratterizzata da sagre, fiere, mostre, convegni, spettacoli di tradizioni popolari, degustazioni di vini e prodotti tipici, passeggiate tra i filari dei vigneti e visite nelle cosiddette “cantine aperte”.