Dopo varie ipotesi di slittamento, annullamento e ridimensionamento causa Covid-19 del Festival di Sanremo 2021, arriva la conferma che la sua 71° edizione si terrà dal 2 al 6 marzo. La notizia giunge dopo la riunione tra i vertici Rai delle strutture operative per il Festival, il direttore artistico e conduttore Amadeus e l’amministratore delegato Fabrizio Salini. Tra l’altro, Sanremo non sembra voler rinunciare al pubblico in presenza. La Rai sta lavorando ai protocolli sanitari da applicare per garantire che la Kermesse sia sicura, ma resti la stessa di sempre.
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Sanremo 2021: le ipotesi per il pubblico
Proprio per questo il riconfermato direttore artistico avrebbe avanzato giorni fa l’ipotesi del “pubblico nave”. Secondo Amadeus, infatti, l’idea sarebbe stata quella di “creare una bolla per permettere a 500 persone in platea, sempre le stesse, di essere presenti al teatro Ariston. Per questo devono essere messe in protezione. E, al di là dei tamponi quotidiani, devono essere presi, portati sulla nave e poi portati la sera in teatro con pulmini piccoli, da massimo venti persone, con tutto un protocollo. Non è semplice ma si può fare. È un’idea che sta diventando concreta, ci stiamo lavorando”.
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No al “pubblico nave”, sì alle restrizioni


Anche Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute, ha espresso il suo parere sulla questione. L’idea del “pubblico nave” non è sicura. Questo perché potrebbe innescarsi un effetto boomerang del tutto indesiderato. “Dal punto di vista tecnico scientifico – spiega Ricciardi – è una cosa un po’ rischiosa. Va fatta con grandissimo rigore. Quando tu confini in uno spazio ristretto come la nave devi stare attentissimo. Può essere un luogo di protezione… Ma se per qualche motivo c’è una contaminazione o un contagio può essere anche il luogo ideale per la diffusione“.
La Rai dunque sorvola sull’idea del pubblico nave, ma non senza lavorare – seppur con tante incertezze – al pubblico in presenza. Confermata anche la classica sala stampa, pur se ridotta. Insomma, si lavora per un Sanremo 2021 all’insegna della normalità. Ma non mancano le opposizioni. Le case discografiche, infatti, non hanno intenzione di mettere a rischio la salute degli artisti. Preferirebbero un progetto esclusivo con il “pubblico” in streaming, seguendo la stessa modalità di tanti eventi che hanno avuto luogo online quest’anno. In molti, quindi, opterebbero per un Festival blindato.
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Fimi sfida Rai


A opporsi più di tutti è Fimi, che riunisce le quattro multinazionali del disco (Universal, Sony, Warner e Bmg). Difatti, la Federazione Industria Musicale Italiana rappresenta circa la metà degli artisti in gara. Così il Ceo Enzo Mazza si esprime sulla questione: “Ci sembra chiaro che in un momento come questo si possa realizzare solo un progetto esclusivamente televisivo. Sono esclusi per i nostri artisti scenari con palchi esterni, passerelle con pubblico, stand di sponsor e radio e incontri stampa. Tutto dovrà avvenire in streaming come accade oggi in qualsiasi altro evento”.
È proprio Fimi a richiedere un protocollo sanitario ben strutturato, che dovrà essere approvato dal Comitato Tecnico Scientifico. Mazza resta dunque fermo sulla sua posizione. “Sanremo non deve godere di extra-territorialità. Il resto del Paese non solo non capirebbe ma rimarrebbe negativamente colpito se venissero concesse deroghe solo per la necessità di accontentare esigenze economiche di Rai e del Comune di Sanremo“.