Niente ergastolo per un uomo che uccise moglie e figlia, per la Corte d’Assise c’erano “motivi umanamente comprensibili”

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Scandalo nel modenese. Un uomo che aveva tolto la vita alla moglie e alla figlia non ha avuto l’ergastolo. Per la Corte d’Assise il folle gesto è avvenuto in “un contesto di forte conflitto”. Tra le motivazioni si legge: “niente ergastolo per motivi umanamente comprensibili”. La sentenza, esplicata in oltre 200 pagine, ha scandalizzato l’opinione pubblica.

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Scandalo nel modenese: la Corte d’Assise non condanna all’ergastolo un uomo che aveva ucciso sua moglie e la figlia di lei

pulizia covid-19 calabria autodichiarazione, concorso cancellieri esperti decreto legge pasqua, riforma giustizia processo penale, processo clan mascitelli reddito cittadinanza, cina magistrato robot, polizia protesta pensioni, ScandaloScandalo in Corte d’Assise per il duplice femminicidio di una donna e sua figlia avvenuto nel 2022 nel modenese. La Procura avrebbe condannato l’uomo a soli trent’anni. Non all’ergastolo anche in ragione “della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il reato”. Questa una delle motivazioni contenute nella sentenza di oltre 200 pagine. L’autore del duplice omicidio è Salvatore Montefusco. Secondo la Corte l’uomo “arrivato incensurato a 70 anni non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalla nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate”.

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Il tremendo delitto perpetrato da Montefusco

Germania benzinaio ucciso, ScandaloSalvatore Montefusco uccise a fucilate sua moglie, Gabriela Trandafir e la figlia della donna, Renata a Cavazzona di Castelfranco Emilia. La Procura di Modena aveva chiesto l’ergastolo ma i giudici lo scorso 9 di ottobre hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti rispetto alle aggravanti riconosciute. Di fatto sono state escluse le agravanti della premeditazione; dei motivi abietti e futili e di aver agito con crudeltà. Secondo i giudici della Corte d’Assise l’uomo avrebbe agito in base a una condizione psicologica di profondo disagio, umiliazione ed enorme frustrazione. Nella sentenza si parla di “black-out emozionale ed esistenziale che lo avrebbe condotto a prendere in mano l’arma del delitto”.