Scarcerazioni facili, รจ scontro Bonafede โ€“ Di Matteo: la giustizia si piega ai mafiosi?

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Il Coronavirus, oltre a procurare unโ€™emergenza sanitaria, economica e sociale, nelle ultime settimane ha determinato diversi problemi anche al sistema giudiziario italiano. Infatti allโ€™annoso problema del sovraffollamento delle carceri si รจ inevitabilmente aggiunta la questione sanitaria determinata dal virus. Tutto ciรฒ ha fatto crollare i giร  fragili livelli di sicurezza dei penitenziari italiani determinando le “scarcerazioni facili” anche e soprattutto di boss mafiosi.

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Scarcerazioni facili: i fatti

reinserimento detenuti scarcerazioniLโ€™assurda situazione delle scarcerazioni di boss mafiosi nasce da una circolare diramata il 21 marzo dal Dipartimento dellโ€™amministrazione penitenziaria (Dap) ai direttori degli istituti penitenziari, nella quale si chiedevaย di segnalare “con solerzia all’autoritร  giudiziaria” una lista di detenuti particolarmente a rischio per salute o etร , “suggerendo la scarcerazione” se sofferenti di una delle nove patologie elencate o se di etร  superiore ai 70 anni.

Il documento, non determinando alcuna distinzione fra i detenuti, ha incluso anche i circaย 71 boss in regimeย diย 41 bisย e nei reparti adย alta sicurezza, dove sono reclusi capimafia, boss di Cosa nostra, di โ€˜ndrangheta e di camorra. La missiva del Dap รจ arrivata quattro giorni dopo la pubblicazione del decreto โ€œCura Italiaโ€, in cui erano previste alcune misure per scongiurare il rischio di contagio allโ€™interno degli istituti penitenziari. Fra queste, anche la possibilitร  per i condannati per reati minori di scontare la pena detentiva non superiore a 18 mesi presso la propria abitazione.

Questa circolare, rivelatasi poi cosรฌ importante, รจ stata notificata alla Direzione nazionale antimafia il 21 aprile. Dunque esattamente un mese dopo. Perchรฉ? Scelta o negligenza?

Scarcerazioni facili: tra dimissioni, polemiche e fake news

detenuti scarcerazioniIl pasticcio determinato dalle scarcerazioni di boss mafiosi come Francesco Bonura e Pasquale Zagaria, fratello di Michele, cassiere del clan dei Casalesi e gravemente malato, ha portato alle dimissioni di Francesco Basentini ossia il Capo del Dap, colui che ha emanato la circolare.

Ovviamente lโ€™occasione per โ€œattaccareโ€ il governo รจ stata colta immediatamente da Matteo Salvini. โ€œLe dimissioni del direttore del Dap Francesco Basentini non bastano a cancellare quanto successo in poche settimane. Carceri in rivolta, morti, evasioni e perfino mafiosi e assassini usciti a decine di galera. Il ministro Bonafede รจ il primo responsabile: dimissioni!โ€

Tuttavia quella dellโ€™ex ministro dellโ€™Interno รจ da considerare come una nuova “bufala”ย o comunque di una dichiarazione non corretta. Questo perchรฉ il governo non puรฒ scarcerare nessuno a meno che non emani delle leggi che stabiliscono specificamente la scarcerazione dei boss. Ma, come prima anticipato, lโ€™unica norma in materia รจ laย norma Bonafede, inserita nel Cura Italia che stabilisce la possibile scarcerazione dei condannati aย pene inferiori a un anno e mezzo. Ad esempio Bonura aveva piรน di 18 anni di condanna. Dunque รจ evidente che non rientrava nel caso specifico. Tra lโ€™altro la norma di Bonafede era giร  prevista nellaย legge Alfano, votata anche dalla Lega.

La disposizione della legge in questione

Si tratta della legge del 26 novembre 2010, n. 199: โ€œDisposizioni relative allโ€™esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a un annoโ€. Un anno dopo poi, il decreto legge 22 dicembre 2011, n. 211, “Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri”, all’art. 3 ha elevato a diciotto mesi il limite di pena entro cui la detenzione domiciliare puรฒ essere richiesta.

Dunque le scarcerazioni dei boss sono state stabilite da giudici e non da disposizioni governative.

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La reazione del governo

scarcerazioniPer arginare il โ€œliberi tuttiโ€ delle scarcerazioni di boss disposte per gravi ragioni di salute dalla magistratura di sorveglianza, nei giorni scorsi il governo ha emanato un decreto con il quale si vincola la concessione della detenzione domiciliare per i condannati al 41 bis al parere della Direzione nazionale antimafia e delle procure distrettuali.

Soddisfatto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha illustrato alla Camera le disposizioni del provvedimento

โ€œIl governo risponde con i fatti. Chi dice che il governo starebbe scarcerando i mafiosi, afferma totalmente il falso. La Costituzione prevede l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Ciรฒ vuol dire che non c’รจ alcun governo che possa imporre o anche soltanto influenzare le decisioni dei giudici.

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Scarcerazioni facili e non solo: dura polemica Di Matteo โ€“ Bonafede

ergastolo scarcerazioniNon รจ solo la questione delle “scarcerazioni facili” a mettere in imbarazzo il ministro. La scorsa domenica a โ€œNon รจ lโ€™arenaโ€, trasmissione condotta da Massimo Giletti su La7, il magistrato antimafia Nino Di Matteo ha rilasciato una dichiarazione clamorosa.

โ€œA giugno 2018 venni raggiunto dalla telefonata del ministro Bonafede, il quale mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo diย capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria. O in alternativa quello diย direttore generale degli affari penali. Io chiesi 48 ore di tempo. Avevo deciso di accettare, ma ilย ministro improvvisamente ci ripensรฒโ€.

Nel corso del suo intervento il magistrato specifica che, in quello stesso periodo, ci furono delle intercettazioni telefoniche di alcuni boss detenuti al 41 bis, molto preoccupati per la nomina di Di Matteo: โ€œSe nominano Di Matteo, รจ la fineโ€.

โ€œRimasi molto stupito dal cambiamento di proposta al netto delle loro valutazioni. Quando decisi di accettare la nomina a capo del Dap, improvvisamente mi disse che ci aveva ripensato. Nel frattempo avevano pensato al dottor Basentini. Mi chiese di accettare il ruolo di direttore generale al ministero, ma gli dissi di non contare su di me. Se qualcuno lo aveva indotto a ripensarci?ย Questo non lo posso saperlo…โ€.

Immediata la risposta del ministro Bonafede, che ha chiamato in studio per replicare.

โ€œLโ€™idea per cui io avrei ritrattato una proposta a Nino di Matteo non sta nรฉ in cielo nรฉ in terra. Io ho chiamato Di Matteo parlandogli della possibilitร  di fargli ricoprire uno dei due ruoli di cui ha parlato lui. Nella stessa telefonata Di Matteo mi chiarisce che ci sono state intercettazioni nelle carceri.ย ร‰ una percezione di Di Matteo. Quando รจ venuto al ministero, tra i due ruoli sarebbe stato meglio quello di direttore degli affari penali. Era il ruolo diย Giovanni Falcone. Non era un ruolo minore, lo vedevo di piรน di frontiera nella lotta alla mafia. A me era sembrato che alla fine dellโ€™incontro fossimo dโ€™accordo; tanto che il giorno dopo mi ha chiesto di incontrarmi e lรฌ mi ha detto che non poteva accettare quel ruolo e che voleva ricoprire il ruolo di capo del Dap. Sono esterrefattoโ€.

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