Dalla pagina Facebook ufficiale della Flc Cgil e della Uil Scuola
Sciopero sindacati Scuola: le organizzazioni sindacali di Flc Cgil e Uil Scuola indicono alcuni scioperi per questa settimana. Il motivo principale delle proteste è ricollegabile alle note presenti nella Legge di Bilancio sulle pensioni e sulla riforma scolastica.
Dalla pagina Facebook ufficiale della Flc Cgil e della Uil Scuola
A seguito della Legge di Bilancio presentata dal governo Meloni, sono stati annunciati diversi sciopero per questa settimana. Ad annunciarlo sono state le organizzazioni sindacali di Flc Cgil e Uil Scuola. Le proteste porteranno alla chiusura di molte scuole. Il motivo è da ricollegare al provvedimento che unifica le istituzioni scolastiche autonome e non risolve i problemi sulle pensioni e sul precariato. Dunque, per tutta la prossima settimana si susseguiranno gli scioperi in tutto il paese. A tali proteste non solo i lavoratori delle scuole statali e paritarie, ma anche della formazione professionale, delle università e dell’Afam. Quest’ultima categoria comprende conservatori e scuole di danza. Lo sciopero generale, come detto, è stato indetto da Flc Cgil e Uil scuola, per mobilitarsi contro la parte della legge di Bilancio che riguarda il sistema scolastico in tutte le regioni italiane.
Sciopero sindacati Scuola: manifestazioni in Italia
Ecco dove e quando i lavoratori si uniranno ai sindacati per protestare e le scuole resteranno chiuse: oggi sono previsti scioperi e manifestazioni in Calabria. Domani lo sciopero si svolgerà in Sicilia e in Umbria. Sempre domani segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, farà un intervento in piazza Italia a Perugia, intorno alle ore 11. Mercoledì 14 dicembre si terrà la manifestazione regionale pugliese a Bari, in piazza Federico II di Svevia alle 11.30. Nella stessa giornata si uniranno alla protesta anche il Trentino, la Valle d’Aosta e il Veneto. Giovedì 15 dicembre lo scioperò si terrà in Piemonte, in Abruzzo e nelle Marche. Venerdì 16 dicembre Maurizio Landini concluderà la manifestazione che si inizierà alle 10 a Roma in piazza Madonna di Loreto. Lo stesso giorno, inoltre, si uniranno allo sciopero anche altre regioni. Ci saranno anche: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia-Giulia, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio.
Il principale problema protagonista degli scioperi è l’articolo 99 contenuto nel disegno della legge di Bilancio. Tale articolo prevede il taglio di ben 634 istituti scolastici autonomi. Il taglio è previsto a causa del possibile calo demografico che dovrebbe ridurre a 1 milione e 300.000 gli alunni entro il 2034. L’immediata conseguenza del taglio è la cancellazione dei dirigenti scolastici e dei Direttori dei servizi amministrativi. Il risultato di questa manovra sarebbe quindi un’ulteriore complicazione dei sistemi di gestione. A oggi esistono già scuole che hanno più di 20 plessi, anche in differenti comuni. La soppressione degli istituti scolastici con minor numero di alunni non farà altro che peggiorare la situazione. In Italia sono presenti circa 40.000 plessi scolastici funzionanti che dovranno essere divisi per un numero minore di istituti autonomi.
Sciopero sindacati Scuola: autonomia differenziata
Un secondo fattore oggetto della protesta è l’applicazione dell’autonomia differenziata concessa dall’articolo 116 della Costituzione. Le regioni più povere saranno ancora più svantaggiate rispetto alle altre, portate ad accontentarsi di un sistema meno efficiente. La proposta del governo è infatti di definire le prestazioni essenziali, lasciando per il resto la possibilità a ogni regione di decidere in maniera autonoma. Infine, ad animare i sindacati sono le decisioni in merito alle pensioni e al precariato. Con le nuove regole, contrariamente a ciò che era stato promesso durante le elezioni, ci sarà una significativa riduzione dei pensionamenti. I lavoratori richiedono anche una soluzione riguardo all’apparato fiscale. Infatti, L’estensione della Flat Tax alle partite Iva finirebbe per discriminare i lavoratori pubblici, sottoposti alle aliquote più alte finora previste.