Scuola, a settembre 200.000 cattedre vuote. Ecco la soluzione del Ministero

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Il rientro a scuola a settembre 2020 si prospetta più difficile che mai. Oltre a dover rimodulare spazi e tempi per far fronte alle misure di sicurezza necessarie per salvaguardare la salute di alunni e insegnanti, il Ministero dell’Istruzione deve affrontare un’altra emergenza. Sembra infatti che siano circa 200.000 le cattedre scoperte per il nuovo anno scolastico.

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Scuola post Covid: mancano gli insegnanti

scuola scuole istruzione, graduatorie provincialiQuello previsto dalla ministra Azzolina sembra essere un reclutamento di emergenza, all’interno di una cornice già abbastanza incerta. La scuola post Covid, infatti, è motivo di scontri e polemiche da mesi. A mancare sono soprattutto insegnanti di italiano, matematica, lingue e informatica, oltre a maestre d’asilo e di scuola primaria.

Una penuria di docenti da assumere (ma anche precari) nel momento più critico. A settembre, infatti, serviranno più classi e più insegnanti per garantire quel distanziamento sociale che consentirà alla popolazione scolastica di rientrare in aula. L’esperienza della didattica a distanza si è conclusa con la fine dell’anno scolastico. Studenti e docenti, soprattutto quelli della scuola materna e primaria, devono tornare in classe.

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A settembre docenti anche senza laurea

trasferimenti scuola 2020Per far fronte all’emergenza di 200.000 cattedre scoperte, l’idea è quella di permettere ai laureandi di entrare in aula prima ancora di essere proclamati dottori. Gli studenti universitari iscritti agli ultimi anni di Scienze della Formazione primaria potranno così occupare una cattedra rimasta senza docente.

A dirlo è l’ordinanza del Miur del 10 luglio sulle Graduatorie provinciali delle supplenze e le graduatorie d’Istituto. Il testo specifica che potranno fare domanda di supplenza gli studenti iscritti al terzoquarto o quinto anno al corso di laurea in Scienze della Formazione primaria, che abbiano maturato – rispettivamente – almeno 150200 e 250 Cfu entro il termine di presentazione dell’istanza.

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La proposta non convince

Non sono mancate le polemiche. C’è chi sostiene che si tratti di risorse non ancora adeguatamente formate e chi considera questa scelta come una mancanza nei confronti di tanti precari che da anni arrancano nel mondo della scuola.

La ministra Azzolina ha invece sottolineato che non si tratta di una “prima volta“. Già in passato i diplomati hanno avuto accesso all’insegnamento. Inoltre, questa è un’occasione per tanti giovani che hanno scelto di fare gli insegnanti. Consentirà loro di lavorare e di mettere in pratica ciò che hanno imparato tra corsi, esami e tirocini. Le segreterie, poi, non si troveranno più sommerse dalle cosiddette Mad, le messe a disposizione. Anche i sindacati strizzano l’occhio alle supplenze per docenti non ancora laureati. La loro preoccupazione sono piuttosto i tempi ristretti per la presentazione delle domande.