Ancora una volta violenze su minori. Una piccola ragazzina disabile picchiata dall’assistente scolastica. Presenti danni fisici di una certa importanza. La donna è stata arrestata in flagranza di reato.
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Scuola disabile maltrattata: una violenza ingiustificata
Siamo in Lombardia. Brescia, nella civilissima Padania. Una bambina come tante, portatrice di handicap, andava a scuola come sempre. Ogni giorno però la bimba tornava a casa con segni strani. Lividi, escoriazioni. Segni di violenza. Ma da parte di chi? I genitori, preoccupati, si sono recati dai carabinieri che hanno subito iniziato le indagini.
L’installazione di telecamere nella classe della piccola ha rivelato l’orrore. Un’assistente scolastica scaricava tutte le sue ire, con atti violenti, sulla bambina. I carabinieri non hanno tardato. Dopo qualche ripresa, sono intervenuti “in presa diretta”. Quando l’educatrice stava per scaricare la sua rabbia sulla piccola, i carabinieri hanno fatto irruzione.
E mentre alcuni fermavano l’assistente scolastica, uno si è occupato di avvicinare la bambina e rincuorarla.
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Scuola disabile maltrattata: i genitori e l’educatrice
Le telecamere hanno inchiodato la maestra. Era lei a fare violenza fisica sulla bambina, ripetutamente. All’arresto, la bambina era ridotta e rannicchiata in un angolo, mentre una pattuglia si occupava di lei. Durante l’arresto, la bambina è stata presa in braccio da un carabiniere, alla quale si è avvinghiata, ed è stata portata fori dalla classe.
La maestra ora è nel carcere di Verziano. Le accuse che si prefigurano a suo carico sono maltrattamento su minore e lesioni aggravate.
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Scuola disabile maltrattata: non un caso isolato
In quel caso, la ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha commentato le “aggressioni ai danni di un alunno con disabilità da parte di un’insegnante, sulla quale auspichiamo sia fatta chiarezza il prima possibile. Ci uniamo alla preoccupazione di studenti e famiglie. Se le accuse dovessero rivelarsi vere sarà sicuramente fatta giustizia. Ricordiamo che la scuola è il primo luogo nel quale gli alunni passano la propria vita e dovrebbe essere sempre un posto di inclusione”.
L’insegnante è stata sospesa in attesa del processo. Potrebbe esserle impedito persino di insegnare. Resta solo la nota amara. Un paese cattolicissimo, in cui si fa di tutto per evitare che una ragazza possa abortire in ospedale, che due ragazze o due ragazzi si sposino e adottino o che un malato terminale possa scegliere di smettere di soffrire, Lo stesso paese in cui degli insegnanti non si fanno scrupoli nel fare del male a degli inermi innocenti.