Scuola droga polizia fa irruzione durante un’assemblea organizzata e autorizzata per identificare alcuni degli studenti. È polemica per le operazioni della Polizia considerate come repressive.
Scuola droga polizia: l’assemblea approvata dalla preside
Succede all’istituto superiore Majorana-Cascino nell’Enna. Come ogni mese gli studenti stavano svolgendo l’assemblea d’istituto. Tra gli argomenti all’ordine del giorno gli studenti, autorizzati preventivamente dalla preside, stavano avviando un dibattito aperto sulla legalizzazione della cannabis. Presenti anche esponenti dell’associazione nazionale “Meglio legale” che erano presenti per moderare ed esprimere un parere più professionale sulla questione. È stato dopo poco dall’inizio del dibatto che la Polizia è entrata in assemblea. Le Forze dell’Ordine hanno chiesto i documenti ai rappresentanti d’istituto considerati “colpevoli” di aver avallato la proposta dell’argomento considerato “scomodo”.
Scuola droga polizia: il racconto dell’associazione
A raccontare l’evento anche un collaboratore dell’associazione “Meglio Legale” che ha parlato dell’episodio. “Nel bel mezzo dell’assemblea, concordia e autorizzata preventivamente con la preside. mentre con l’aiuto di alcune slide, dibattevamo da remoto con i ragazzi, sono intervenute le forze dell’ordine che hanno identificato i rappresentanti d’istituto per il solo fatto di avere organizzato un evento sul tema della legalizzazione della cannabis a scuola. Troviamo che sia un fatto gravissimo e inaccettabile”.
Mentre la scuola resta in silenzio sulla questione avvenuto alcuni giorni fa, i rappresentanti dell’associazione “Meglio legale” denunciano fermamente l’episodio. “Noi siamo convinti che la polizia non debba entrare nelle scuole. Sono luoghi dove i ragazzi devono imparare, ma anche esercitare i loro diritti come, ad esempio, svolgere liberamente un’assemblea per approfondire temi socialmente rilevanti. Non c’è nulla di normale nel mandare la polizia a scuola perché non c’è stato alcun reato. Credo si sia trattato di una vera e propria intimidazione, motivo per il quale abbiamo intenzione di far presentare un’interrogazione parlamentare”.