Scuola sì DAD! – questo è l’urlo che parte dai genitori campani. È di pochi giorni fa la comunicazione del ritorno delle lezioni in presenza, ma le opposizioni si sono immediatamente scatenate. “Si torna in classe entro e non oltre il 1° febbraio”, così aveva parlato Vincenzo De Luca, facendo le veci del TAR. Si scorgono riaperture anche per le università.
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Scuola sì DAD, la rabbia dei genitori
Ad accomunare i genitori sulla scuola sì DAD sono i social network, i quali hanno diffuso in tempi brevi i reclami contro il ritorno in presenza. Su Facebook, in particolar modo, si sono formati dei veri e propri gruppi di protestanti. “Mi domando che hanno vinto!? Quanti nonni devono recarsi a scuola per andare a prendere i nipoti? Questo è tutelare le fasce deboli? I vaccini ritardano, le varianti arrivano, i casi aumentano. […] Nel frattempo tra genitori restiamo in contatto e ci sono casi positivi già da inizio mese tra alunni che frequentano la stessa scuola, insegnanti che a natale si sono ammalati […] Chi vuole studiare lo fa benissimo anche da casa!” Questo è solo uno dei tanti messaggi di protesta appartenente a questi gruppi. Questo utente si riferisce a un altro post, pubblicato da qualcuno decisamente più felice della decisione presa dal TAR. Secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, la Campania è nelle condizioni di far tornare in presenza anche le scuole superiori, oltre alle medie e alle elementari. La percentuale di studenti che farà ritorno in febbraio “entro il 1° febbraio”, come ha detto De Luca, sarà tra il 50% e il 75%.
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Scuola sì DAD, l’avvocato Pavone appoggia il movimento
Il movimento scuola sì DAD è pienamente appoggiata da Pasqualino Pavone, presidente dell’Associazione Italiana Vittime Emergenza Covid (AIVEC). Già da diverso tempo si stava occupando della questione, presentando ricorsi al TAR per evitare la riapertura degli istituti. Ma i risultati, come visto, sono stati scarsi o nulli. L’avvocato e la sua squadra, appoggiati dalla rabbia popolare, faranno dunque ricorso alla Corte Europea contro lo Stato italiano. “Che venga affermata la tutela del diritto alla salute da qualsivoglia pregiudizio derivante dal Covid-19”, queste sono le intenzioni. “La forzata ripresa delle lezioni in presenza, dopo che lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 31 aprile prossimo, costituisce grave violazione del principio di precauzione.”