La scuola italiana a causa della pandemia di Covid-19 è stata ormai stravolta. Gli studenti a causa del pericolo di contagio, hanno frequentato la scuola virtualmente, interfacciandosi con nuove realtà didattiche. La DaD ha portato a una riduzione del tempo libero, che a questa età dovrebbe essere un diritto. Per quanto sembri risolutiva e innovativa, questa metodologia vanta numerosi lati negativi, come si evince dal malumore generale degli studenti.
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La scuola e le sue problematiche a distanza
A scuola la giornata inizia intorno alle otto di mattina, con una colazione velocissima seduti a un tavolo, davanti a un computer che sarà il banco da lavoro per cinque lunghissime ore. La sedia è l’unico posto su cui restare incollati per tutto il giorno e i libri l’unico modo per sfuggire alla noia, a detta dei professori. Proprio per questo, la DaD ha causato numerosi problemi e sradicato ancora di più gli studenti dalla quotidianità che vivono. A causa delle eccessive ore che trascorrono al pc, del sovraccarico di lavoro dovuto al mezzo, che non permette il regolare svolgimento del programma scolastico, non hanno più una vita privata. Non è vero che gli studenti chiusi in casa abbiano l’obbligo di passare la giornata impegnata con la scuola.
La scuola a distanza: punto di vista degli studenti
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La scuola a distanza: punto di vista del docente
L’inviata speciale Brancati Martina ha intervistato il professor Gennaro Carbone, docente di inglese del Liceo Matilde Serao di Pomigliano d’Arco, in merito al suo punto di vista sulla DaD.
Come sta vivendo la DaD? “In maniera ambivalente: faticosa perché è difficile stare tanto tempo davanti al computer, e stimolante poiché bisogna attrezzarsi con materiale alternativo e originale. Insomma, la sto vivendo bene, manca la parte interpersonale con gli alunni“.
Vorrebbe riorganizzarla? “No. In questo nuovo anno scolastico siamo preparati, a differenza dello scorso che ci ha colti di sopresa“.
Della DaD, cosa le crea maggior disagio e cosa meno? “Ciò che mi crea disagio è il non saper usare bene la tecnologia. Non ho problemi durante la didattica a distanza a interfacciarmi con i ragazzi, nel sentirli e valutarli come se fossimo in presenza“.
Pensa che in DaD la didattica sia efficace tanto quanto quella in presenza? “No, sinceramente non è la stessa cosa“.
La scuola a distanza suggerita dagli alunni
- presentazioni Power Point;
- visioni di film in lingua;
- brevi video su argomenti da spiegare;
- realizzazione di video per mostrare le capacità acquisite, potrebbe essere un metodo alternativo ai soliti test;
- modalità di “flipped classroom”, capovolgendo i ruoli per una volta;
- creare gruppi didattici per lavorare con una maggiore coesione tra noi alunni;
- poter essere stimolati tramite dibattiti tra gruppi;
- proporre temi da argomentare, per giungere alla partecipazione di tutti durante la spiegazione di un nuovo argomento.
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Ovviamente, il tutto è utile se sviluppato su una base di rispetto e soprattutto comprensione da ambo le parti. In conclusione, il nostro non è un “puntare il dito” ma ricercare soluzioni e consigli da applicare per fare scuola in modo che possa piacere a tutti, alunni e insegnanti.
La speranza è ritornare in classe e abbattere la distanza di questa didattica.