Sentenza Carol Maltesi, arriva la pena per il 44enne che dopo la registrazione di un video hard, ha massacrato e smembrato il corpo della ragazza. L’ergastolo non è stato concesso.
Le sentenza arriva dai giudici del Tribunale di Busto Artsizio, l’accusa aveva richiesto l’ergastolo per il 44enne che aveva massacrato Carol Maltesi. La donna è stata fatta a pezzi e gettata in un burrone dal vicino con cui stava girando un video hard. Per i giudici non è stato riconosciuto l’aggravante della premeditazione e nemmeno quello della crudeltà. L’uomo dovrà scontare 30 anni di prigione. L’uomo si sarebbe sentito usato. “si rese conto che ormai, dopo averlo in qualche misura usato, Maltesi si stava allontanando da lui, scaricandolo. Si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali e ciò ha scatenato l’azione omicida”.
Sentenza Carol Maltesi: l’omicidio nascosto per mesi
Carol era pronta a trasferirsi e di iniziare una nuova vita insieme al figlio. “L’idea di perdere i contatti stabili con colei che egli, per sua stessa ammissione e secondo l’amica testimone, amava perdutamente, da cui sostanzialmente dipendeva poiché gli aveva permesso di vincere la sostanziale solitudine in cui si consumava in precedenza e di vivere in modo finalmente diverso e gratificante, si è rivelata insopportabile”. La sentenza del giudice è stata criticata dall’opinione pubblica. Anche i genitori della vittima non ritengono che giustizia sia stata fatta per la figlia, ma al contrario che la sentenza sia un’evidente “violazione della dignità dell’essere umano”.
Dopo le numerose critiche il presidente della Corte ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo la decisione presa. “Non sarebbe stato diverso se la ragazza avesse fatto la suora anziché l’attrice. Se non si capisce ciò che abbiamo scritto, è senz’altro un problema mio: ma anche chi legittimamente critica le motivazioni dovrebbe prima leggerle nella loro concatenazione su concetti giuridici, che hanno significato diverso rispetto alla Treccani”.