Avete mai aggiunto nel sesso corde, manette o foulard? Il bondage disinibisce la coppia portando a galla soltanto l’intimità. Un gioco di fiducia, dove la fantasia si mischia alla comunicazione. L’unico potere? Quello del piacere. Da dove iniziare e cosa evitare? Bastano pochi accorgimenti per sperimentare un modo nuovo di relazionarsi col proprio partner. Non occorre essere degli esperti, ciò che conta è il consenso e il divertimento.
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Cambiamo il sesso corde, manette e bavagli per un legame più intenso
Da sempre il sesso si tiene in equilibrio su un limite sottile. Un filo che lega piacere e dolore, realtà e fantasia, dominio e concessione. Tante piccole dicotomie che si uniscono, si mescolano e cambiano i connotati del godimento. Ognuno trova la propria dimensione, il proprio modo, ha le proprie preferenze. Il sesso si evolve insieme a noi e a letto ogni regola cade. La prima? Lasciarsi andare. Allora perché non non avvicinarsi di più al proprio partner e cadere vorticosamente nel baratro del piacere? Come? Legandoci alla nostra controparte e iniziare un gioco. Quale? Dominio e sottomissione. Con cosa? Con quello che volete.
Il bondage è una tecnica BDSM in cui si fa sesso legati. Corde, manette, foulard, una cravatta, la cinghia dell’accappatoio, una cintura. Non occorre essere troppo sofisticati, quel che conta è lasciarsi andare. Il consenso, la fiducia e la comunicazione sono la base da cui partire, il resto? Solo piacere. I nodi non devono essere mai troppo stretti, occorre prestare particolare attenzione alla circolazione sanguigna. Mai lasciare il partner da solo. Né si deve esagerare, anzi. Importa sempre ricordarsi che è un gioco dove la seduzione incontra la complicità. Non ci sono regole, se non quelle di ascoltarsi a vicenda e di comprendere i limiti dell’altro.
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Bondage, da dove partire?
La fantasia non deve essere limitata, così come il piacere di entrambi. Di base, nei rapporti in cui si pratica il bondage, la prima parte del gioco inizia con l’istituzione di ruoli. C’è un dominatore, o master, e uno schiavo, sottomesso o slave. Il dominatore legherà lo schiavo come preferisce, ciò che conta è che la corda non vada mai posta intorno al collo. Sempre dietro. Non solo, mai legare la corda intorno ai genitali. È importante preservare la persona sottomessa e non esagerare.
Alcune posizioni intriganti prevedono l’utilizzo della sedia, come la posizione a gambero. Lo schiavo pone le ginocchia sulla sedia, le mani verranno legate allo schienale, mentre le gambe ai piedi della sedia. Lasciando così tutto il retro al godimento di entrambi.
Ancora, in posizione fetale, legando le braccia intorno alle caviglie. A croce di Sant’Andrea, con mani e caviglie legati ai quattro angoli del letto, sia che ci voglia porre di schiena sia di pancia. Nel bondage, però, come mezzo non c’è soltanto il letto o la sedia. Si possono usare delle altalene, si può legare una persona in piedi, su un tavolo. Per i più esperti o i più arditi, il gioco può aumentare e diversificarsi con dei sex toys. Bende sugli occhi, gag ball, frustini, guinzagli. Oppure aggiungere dildi, vibratori o palline di Kegel.
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Shibari e bondage: l’arte di legare
Lo shibari, tuttavia, non rappresenta soltanto una forma erotica. Diviene espressione sessuale e forma d’arte, come esaltazione dell’imperfezione corporea, dell’asimmetria e della bellezza. Una sottile sfumatura rispetto al bondage occidentale, dove alla base vige un gioco di potere. Lasciare che il proprio partner domini il nostro corpo o dominare la persona che amiamo apporta molti benefici al rapporto. In primis, aumenta la fiducia e la condivisione. Affidare completamente il nostro piacere nelle mani di chi ci possiede sessualmente, permette di godere a pieno di ogni sensazione. Si costruisce un’intimità profonda. Un’intimità che lega la connessione erotica alla connessione emotiva.