Lo smart working ha aperto gli occhi di molti lavoratori e anche di molte aziende. Se da una parte il dipendente ha riscoperto il tempo libero. Dall’altra parte, le aziende possono considerare diversi vantaggi. Non soltanto il benessere dei dipendenti, ma anche una riduzione dei costi e delle spese. Eppure, dal 1ยฐ settembre molte cose cambieranno. Molti lavoratori rischiano di perdere il diritto al lavoro da remoto, ma chi ne ha diritto?
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Smart Working: cosa cambia dal 1ยฐ settembre?
Per poterne usufruire occorrono accordi stipulati tra le aziende e i dipendenti. Un accordo che viene firmato individualmente, lasciando scelta al dipendente. E laddove, invece, l’azienda non sposa lo smart working? Il Ministero del Lavoro sta lavorando a una regolamentazione piรน dettagliata. In primis, dal 1ยฐ settembre, dovranno tornare a lavoro anche le categorie fragili e i genitori di under 14. Con il decreto Aiuti bis, tuttavia, qualcosa potrebbe cambiare per queste categorie. Se il testo viene accettato, queste categorie di lavoratori potranno usufruire del diritto al lavoro remoto o agile, cioรจ misto, anche se l’azienda non predispone lo smart working.
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Smart Working: e se fosse la soluzione al caro bollette?
Inoltre, questa soluzione potrebbe tradursi anche in una scelta piรน rispettosa dell’ambiente. In genere, ridurre del 50% l’utilizzo di strutture e favorire il lavoro remoto abbatte oltre 2,5 tonnellate di Co2. Il resto d’Europa ha fatto dello smart working un tassello su cui investire. Molte imprese hanno aumentato i contratti da remoto per tutte quelle posizioni che possono usufruirne. Altre aziende, invece, nascono completamente senza uffici. Per abbattere le spese di gestione di una sede. In Italia, invece, la tendenza in aumento durante la pandemia sta ora calando vertiginosamente. La tendenza europea รจ dell’oltre 20%, mentre quella italiana รจ al di sotto di ben 6 punti.