Diversità e solidarietà: le armi dell’Occidente che mettono Putin all’angolo

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Solidarietà ucraina

C’è una possibilità per l’Ucraina, fatta di solidarietà, diversità e umanità. Fattori che cozzano contro l’ideologia del regime costruita da Putin. Il terrore del silenzio, l’impossibilità di protestare, la limitazione delle libertà. Jeremy Fleming, capo dell’intelligence britannica GCHQ, trova la falla nei piani di Putin. Intanto, da ogni parte del mondo aumentano le iniziative di supporto. Anche dalla Russia, con la protesta di pace delle bambole disseminate per le città.

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Intelligence britannica: Putin non ha considerato la diversità che compone l’Occidente

ucraina solidarietàGiorno dopo giorno, la guerra tra Russia e Ucraina assume connotati sempre più atroci. Una guerra che si trascina su questioni irrisolte tra la Russia e gli avversari storici. Primi in lista l’Europa e gli Stati Uniti. Nel sistema di terrore ideato da Putin, però, potrebbe esserci una variante inaspettata: le 100 nazionalità diverse che hanno trovato il modo di convivere in Ucraina.

Sir Jeremy Fleming, capo dell’agenzia intelligence britannica GCHQ, afferma che una falla nel sistema di Putin si incarna nella diversità. Una parola, un concetto che non è contemplato dal regime del terrore. “Questa guerra non è affatto finita, ma questi errori di calcolo potrebbero essere attribuiti ai punti ciechi causati dal pensiero di gruppo e ai valori che sono alla base della natura di controllo della sua leadership“. Afferma Fleming. “La sua manciata di consiglieri ha troppa paura per dirgli la verità. Il regime ha costruito un castello di carte su fondamenta di bugie per tenere sotto controllo il popolo russo. E quei valori sono un punto chiave di differenza tra noi e i regimi autocratici“.

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Ucraina solidarietà e aiuti: il mondo intero si unisce al popolo ucraino

Ucraina solidarietàLa resistenza del popolo ucraino ha dato al mondo una speranza, oltre che una grande lezione. Non è solo questione di patriottismo o di orgoglio. L’Ucraina ha imbracciato le armi e difeso la propria terra, i propri connazionali, le persone accanto. Una difesa non prevista dall’esercito russo, che dissemina macerie a ogni passo che avanza. La diversità del singolo è riuscita a lasciare spazio all’uguaglianza. A ciò che va oltre ogni dettaglio che ci diversifica. Essere umani, essere liberi, essere vivi è ciò che davvero ci rende gli uni uguali agli altri. Mentre Zelensky chiede armi agli alleati per continuare nella strenua difesa della terra ucraina, le persone del mondo si riuniscono nella solidarietà. Aiuti, ospitalità, sanitari, farmaci, alimenti, umanità. Sono tante le iniziative che dal 24 febbraio cercano di supportare un popolo in estrema difficoltà.

Le tante diverse realtà di una nazione distrutta necessitano di ogni forma di aiuto. Diverse organizzazioni no profit hanno avviato campagne di supporto. Unicef, Medici Senza Frontiere, Andrea Bocelli Foundation insieme a Unhcr. Ancora Croce Rossa Italiana, Caritas, Terres des Hommes e Cesvi. GoFundMe ha raccolto le maggiori iniziative nella pagina “Aiutiamo l’Ucraina” – per partecipare cliccate qui. United Help Ukraine e CARE International, per donazioni di cibo e forniture mediche. Nova Ukraine, per i prodotti per l’igiene, casa e alimenti per l’infanzia. International Medical Corps, per le emergenze sanitarie. Per aiutare le regioni di Donetsk e Luhansk, invece, Medici del Mondo Italia. Per aiutare gli animali, inveceGunia Projects.

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Guerra in Ucraina solidarietà anche dal popolo russo: la protesta delle bambole

Ucraina solidarietà
Dalla pagina Instagram @malenkiy_piket

Non solo dal mondo, le proteste di pace e gli aiuti partono anche in terra nemica. Il popolo russo, benché governato da un tiranno, non è assimilabile al terrore perpetuato ai danni degli ucraini. Ai cittadini russi, tuttavia, è vietata anche la parola, l’opinione, il pensiero. Vivere in una dittatura vuol dire anche questo: non poter divergere. In tanti hanno provato a riversarsi per le strade per esprimere il proprio dissenso. Per provare a far comprendere che non tutti i russi sono la Russia. Non è un popolo che ne attacca un altro. Le conseguenze della negazione della guerra costa caro. Chi ha osato è stato incarcerato, subisce la censura. Chi prova a contrastare, talvolta, in segreto, trova la morte.

Così, i cittadini russi hanno trovato un modo diverso di protestare. Bambole di pongo, di pezza, di carta, di paglia, di creta, di qualsiasi materiale. Bambole come bambole sono le persone manovrate dal potere. Bambole come bambole abbandonate sono le vittime di una guerra. Bambole per strada, per dar voce a chi non può. La protesta è iniziata a San Pietroburgo, ma si è subito diffusa in tutta la Russia. A farne da eco una pagina Instagram, @malenkiy_piket. Il creatore della pagina, @lesievles, si protegge con l’anonimato. Rischia fino a 15 anni di carcere, ma non vuole fuggire. Le sue bambole hanno tra le mani cartelli contro la guerra, vogliono la pace. Anche lui continuerà la missione, insieme a tanti altri che continueranno a lottare perché torni la pace.

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