Speranza accusa Pm: sequestrati gli atti e dispositivi personali di molte delle autorità coinvolte nelle decisioni sulla pandemia. La principale fonte su cui si indaga sono i file accumulati in seguito al 5 gennaio 2020 dopo l’allarme dell’Oms. Si punta a fare chiarezza. Il Governo non è soltanto in crisi, ma sotto inchiesta: troppe le bugie o le omissioni, si cerca la verità. La Lombardia, Bergamo, l’Italia pretendono che si parli chiaro.
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Speranza accusa Pm: partono le indagini per scoprire la verità
Sono per questo stati sequestrati dispositivi, cellulari e pc di diversi membri del Cts: Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero; Francesco Paolo Maraglino, direttore dell’Ufficio V, Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale; Anna Caraglia, Affari generali; Filomena Pistacchio, dell’ufficio del gabinetto di Roberto Speranza. Claudio D’Amario, ex direttore della Prevenzione.
Ascoltati in procura Francesco Zambon, Stefano Merler, Pier Paolo Lunelli e Ranieri Guerra.
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Speranza accusa Pm: scomparso il report dell’Oms, che fine ha fatto?


Ranieri Guerra – direttore aggiunto dell’Oms ed ex direttore della Prevenzione – è stato interrogato circa il mancato aggiornamento del piano pandemico influenzale. Nel 2016 il piano è stato riconfermato pari al precedente del 2006. Inoltre risulta smarrito il report dell’Oms. Toccava a chi ha assunto il ruolo al ministero, nel 2018, aggiornare e verificare le prassi. Per tale motivo i militari hanno requisito ogni file, documento, audio non protocollato relativi alla pandemia e al piano del 2006. Non solo, anche gli atti relativi al piano segreto di Speranza sono stati richiesti. Sta di fatto che sono molte le domande che restano senza risposta.
Grazie alla Fondazione Einaudi si è ottenuta la pubblicazione dei verbali del comitato tecnico scientifico; ma ciò che è possibile conoscere riguarda quanto successo a febbraio e marzo e non si sa nulla di quanto avvenuto dopo il 15 settembre.
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Speranza accusa Pm: bugie, omissioni e il ruolo dell’informazione


È difficile fornire informazioni quando la verità viene taciuta. I comitati tecnico scientifici, durante le conferenze stampa, emettono dati ormai noti, non aggiornati. Molta omissione sui contagi e sulla verità oggettive. Non si comprende su quali criticità siano stati costruiti i Dpcm. Quello che sconcerta è la mancanza di chiarezza sui criteri che scelgono aperture, chiusure e il famoso colore di una regione. Molte regioni, stando ai presunti dati, dovrebbero avere una colorazione differente. Troppe ancora le diverse scelte in merito al trasporto pubblico.
Le colpe sono state date ai giovani, alla movida, alle vacanze, al teatro, al cinema, ai ristoranti. Nessuna colpa è stata, però, assunta dal Governo nel mancato aggiornamento del piano pandemico e del sistema sanitario. Forse è tempo di riconoscere qualche responsabilità.