Tutti noi, in Italia, abbiamo seguito nell’estate del 2019 una pagina meravigliosa di sport. Lo sport femminile è salito alla ribalta, complice l’ottimo percorso ai mondiali della Nazionale di calcio femminile italiana. Così abbiamo scoperto (spesso colpevolmente in ritardo) un universo che coinvolge eccellenze nella pallacanestro, nella pallavolo, nella scherma e in moltissimi altri sport. Lo sport femminile continua a essere protagonista, inoltre, nel medagliere azzurro ai giochi olimpici. L’esempio più recente e famoso è quello di Federica Pellegrini. Oggi lo sport femminile italiano si arricchisce di un nuovo capitolo.
Sport femminile: anche in Italia arriva il professionismo
La parità nello sport è un traguardo da raggiungere obbligatoriamente. L’Italia era, ai Mondiali femminili di calcio in Francia, l’unica a non avere un sistema professionistico nazionale tra le migliori otto del torneo. La discrepanza è però stata sanata. La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento (a firma Tommaso Nannicini) che, finalmente, apre al professionismo negli sport femminili. Si estendono quindi le tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo. Inoltre l’emendamento prevede l’esonero contributivo per tre anni (fino a un tetto di 8.000 euro) per tutte le società che proporranno alle atlete nuovi contratti.
Sport femminile: la manovra incentiva il professionismo, i passi in avanti e le difficoltà
Lo sgravio su contributi assistenziali e previdenziali nel triennio sarà l’incentivo per promuovere lo sport femminile. La palla però, passa alle singole federazioni sportive per poter effettivamente affermare il professionismo in rosa. Il timore che le società dopo i tre anni possano essere in debito d’ossigeno è concreto. Il lievitare dei costi del personale è importante e tante realtà potrebbero essere in difficoltà. L’auspicio è che il merchandising e i diritti televisivi possano rappresentare per lo sport femminile importanti fonti di guadagno, e che l’affetto venga ripagato. Il professionismo femminile è una vittoria per tutte quelle atlete che hanno emozionato e che sapranno ancora far gioire gli appassionati italiani.
La legge 91/1981 che norma il professionismo in Italia
La regolamentazione del professionismo sportivo italiano la si deve grazie alla Legge 91/1981. Uno stralcio recita che “Ai fini dell’applicazione della presente legge, sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi e i preparatori che esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso e continuativo”. La distinzione è nata per poter distinguere professionisti e dilettanti. Adesso anche le donne, federazioni permettendo, potranno dire di essere professioniste, facendo finalmente esultare lo sport.