Svizzera, intera famiglia si butta giù dal balcone: ipotesi suicidio collettivo?

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Svizzera suicidio collettivo? Questa è l’ipotesi più accreditata riguardante la tragedia familiare avvenuta lo scorso 24 marzo. Un’intera famiglia si è buttata giù dal balcone di casa, dove era confinata da mesi per propria volontà.

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Svizzera suicidio collettivo: una famiglia complottista

variante africana, manichetti lockdown no vax, omicron bassetti, hong kong criceti, bassetti covid ucraina,Protagonista di questa vicenda, avvenuta lo scorso 24 marzo, è una famiglia di nazionalità francese. Un balcone di Montreux, in Svizzera, ha dipinto le strade di rosso sangue. Tutti i membri di quel cerchio familiare si sono suicidati. Uno dopo l’altro si sono buttati giù, la gente li ha visti precipitare nel vuoto. Il padre, la madre, sua sorella gemella e la figlia di 8 anni sono morti sul colpo; l’altro figlio, 15enne, è in ricoverato in condizioni stabili. Chi li conosceva non fa fatica a descriverli, usando un solo termine: complottisti. Si sono rinchiusi nelle loro teorie a partire dall’inizio del periodo pandemico. In casa, intere stanze riempite di cibo e bevande, di tutto per non uscire dalle mura domestiche. L’unica persona ad andare e venire era la sorella gemella della madre di famiglia.

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Svizzera suicidio collettivo? Per le autorità non ci sono terzi responsabili

madre e figlia trovate morte, donna violentata ascensore, Donna violentata aereoImprigionati dalle proprie teorie di cospirazione, è possibile ipotizzare che nessuno di loro abbia messo piede fuori casa dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Si ipotizza, dunque, che si sia trattato di un suicidio collettivo. Nessun rumore sospetto è riecheggiato per l’appartamento poco prima del volo di oltre venti metri; sul balcone è stata rinvenuta una scaletta. Sulla base di ciò, le autorità escludono l’intervento di terzi. Circa quarantacinque minuti prima del suicidio collettivo, due gendarmi avevano bussato alla porta d’ingresso. Cercavano il padre di famiglia per un mandato inerente la scolarizzazione a domicilio di uno dei figli. Nessuno ha aperto la porta, dunque, i due uomini se ne sono andati dopo qualche minuto.

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Suicidio assistito: la lotta per l’approvazione della legge

camera suicidio assistitoE continuiamo a parlare di suicidio, stavolta però in ambito diverso. All’inizio del mese di marzo la Camera ha finalmente detto ‘sì’ alla legge sul suicidio assistito. Secondo il ddl proposto, i malati irreversibili hanno il diritto di fare richiesta per metter fine alle proprie sofferenze. Devono tuttavia rientrare in quattro ambiti specifici:

  • Sono affetti da patologie irreversibili;
  • Sono mantenuti in vita tramite trattamenti di sostegno vitale;
  • Soffrono di particolari e forti dolori fisici e psichici;
  • Hanno rifiutato cure palliative e/o assistenza.

Ma l’approvazione della Camera non è uno schiocco di dita – non basta per ufficializzare la legge. Questa deve naturalmente passare per il Senato, il quale non è della stessa opinione. Il ddl suicidio assistito ha arrestato la propria corsa il 12 marzo poiché si necessita un cambiamento della bozza. Ma quanto ancora si dovrà attendere? È dal 1984, con l’ex Ministro per gli Affari europei Loris Fortuna, che si tenta di plasmare una legge in proposito. E se n’è parlato molto nel corso degli anni tramite noti eventi: il caso Welby, il caso Englaro, fino alla recentissima sentenza Cappato.

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