Tassista Milano Pos – Ha fatto molto scalpore sul web la notizia del tassista di Milano che avrebbe rifiutato un pagamento col bancomat da un cliente australiano e poi, furioso, gli avrebbe distrutto i souvenir comprati in vacanza. Ma il tassista, da ore al centro della bufera, non ci sta e replica: “Ecco tutta la verità”.
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Tassista Milano Pos: la ricostruzione della vicenda


La vicenda è accaduta ieri in via Carlo Tenca a Milano, non lontano dalla stazione centrale. Due clienti australiani, probabilmente padre e figlia, sono in taxi per farsi portare al loro hotel. Una volta arrivati a destinazione, il padre vuole pagare col bancomat. Il tassista tergiversa e cerca in ogni modo di farsi pagare in contanti. I toni si alzano, col cliente australiano che chiede addirittura ai passanti di perorare la sua causa. La scena attira i passanti e ovviamente si accendono gli smartphone e il tutto diventa virale.
La scena forte arriva alla fine. Il tassista, visibilmente infastidito, accetta il pagamento col bancomat ma, all’atto di scaricare i bagagli dei clienti, lo fa con una tale rudezza che alcuni souvenir (in vetro di Murano) si rompono. Infine, col bagagliaio ancora aperto, il tassista va via ignorando anche un semaforo rosso.
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Tassista Milano Pos: gli strascichi della vicenda
Grazie alle segnalazioni dei passanti e ai video delle telecamere, la notizia arriva subito alla polizia locale (in particolare l’Unita Radio Mobile 1) e all’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli. Il tassista viene identificato e si rende disponibile a risarcire il danno. Per lui comunque arriverà presto un provvedimento disciplinare, assicura l’assessore.
Ma, come vedremo, la vicenda non finisce qui perché anche l’autista ci tiene a dire la sua verità.
Tassista Milano Pos, parla il tassista nel mirino: “Mi sono sentito denunciato”
“È accaduto che vedo questo signore che aspetta un taxi, mi accosto e gli dico che sono libero. Lui accetta e faccio partire il tassametro, ma subito dopo arriva la figlia con tutti i bagagli. Io mi fermo, carico tutto, ma il signore si lamenta che il tassametro è acceso. Allora io, per mostrargli che non sono un disonesto, lo faccio ripartire dalla tariffa base, 3,50 €.
Una volta arrivati a destinazione, io chiedo al turista se può pagare cash e lui inizia a dare in escandescenze gridando “No cash! No cash!”. Allora io prendo il pos che ho nel taxi e riesco a farlo pagare, ma lui resta nervoso. Intanto io scarico i bagagli ma lui mi urta mentre compio quest’operazione. Lui si innervosisce, è molto più grosso di me e io non capisco l’inglese. Mi sono sentito aggredito. Faccio per andarmene, ma lui mi ferma e apre la portiera del taxi. Solo dopo riesco ad andare via.
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Quando ho capito cosa era successo (la rottura dei souvenir, ndr) sono andato io stesso dalla polizia a costituirmi. Volevo ripagare subito il danno e fare le mie scuse al turista ma lui non ha voluto sentire ragioni ed è ripartito per l’Australia.
Adesso rischio la sospensione della licenza (deciderà la commissione comunale entro fine ottobre), per la prima volta in 41 anni di lavoro. In zona tutti sanno come lavoro, non ho mai avuto problemi.”
Di certo la vicenda è destinata a far discutere ancora. I tassisti e i loro comportamenti sono stati una categoria nel mirino per tutta l’estate e l’attenzione su di loro probabilmente non diminuirà.