Tav, i motivi per fare (o non fare) la Torino-Lione. Vicini a una svolta?

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Toni esasperati, rivolte, accenni di guerriglia, politici che cercano di cavalcare ora uno ora l’altro fronte. La Tav, pensata per unire l’Europa, nasce dividendo l’Italia. Da decenni, oramai, si discute sulla sua effettiva utilità. Ma anni di parole, proteste, manifestazioni, studi e rivolte non hanno mai messo un punto. Punto che vuole porre in maniera netta, in un senso o nell’altro, il governo “giallo-verde”. Infatti, è stata istituita una commissione “costi-benefici” che a breve si esprimerà sul da farsi
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Tav, cos’è?

TAV è l’acronimo per “Treno ad Alta Velocità”. Inizialmente in Italia vennero denominati “Treni ad alta capacità” perché si pensava avrebbero dovuto sostituire il traffico merci su gomma.

Il primo studio sulla fattibilità della Tav Torino Lione è stato commissionato dai governi italiano e francese già nel 1991, ma a dare il maggiore impulso all’iniziativa fu il Consiglio europeo di Essen del 1994, che iscriveva la nuova linea Torino-Lione tra i 14 progetti prioritari europei nel settore dei trasporti. Dopo diverse manifestazioni contrarie, proteste e dopo un triennio di studi di fattibilità, il 29 gennaio 2001 fu sottoscritto il trattato italo-francese per la realizzazione della nuova linea. Giuliano Amato e Jaques Chirac firmano il primo accordo tra i due Paesi per la realizzazione dell’opera.

NO Tav!

La questione del TAV, sorta in Italia con il movimento spesso violento dei cosiddetti “NO TAV” ,è relativa a coloro che sistematicamente attaccano i militari a presidio del Cantiere in Alta Valle Susa. Ovviamente non tutti i contrari alla Tav sono annoverati tra questi facinorosi. Le ragioni del no si basano su circa 150 punti. Tra i più importanti:

  • È un’opera inutile. Non giustificata da ragionevoli previsioni di traffico merci e passeggeri. Il segmento Italia – Francia esiste già ed è costituito dall’autostrada del Frejus (A32), più la ferrovia Torino-Modane ammodernata nel dicembre 2010. Due infrastrutture con ampie capacità di trasporto ancora non sfruttate interamente.
  • I TGV per Parigi viaggiano sulla Linea Storica. Per Lione c’è un traffico passeggeri così basso che ha portato nel 2004 alla soppressione dei treni. Le quantità di merci scambiate attraverso i valichi alpini è in costante calo, secondo i monitoraggi delTav Dipartimento Federale dei Trasporti svizzero.
  • È illusorio pensare di spostare i TIR su treno. L’unico esempio di successo è quello svizzero ottenuto tassando pesantemente i camion in transito.
  • I costi di costruzioni sono esorbitanti e in Italia molto superiori che all’estero. Il rapporto costi-benefici sarebbe in passivo per molti anni (40 secondo uno studio francese)
  • Un simile investimento si rivelerebbe un affare colossale per pochi grandi imprenditori e banche, con finanziamenti ai partiti compiacenti e rischio di infiltrazioni mafiose.
  • L’impatto ambientale in Val di Susa sarebbe devastante. Perché nei conti governativi della sostenibilità ambientale ed energetica non sono considerati  consumi e inquinamenti  prodotti durante la costruzione.
  • L’impatto sul territorio attraversato sarebbe altrettanto devastante. Tunnel e interramenti andrebbero a intaccare l’equilibrio idro-geologico con danni irreversibili alle sorgenti, alle colture e ai boschi”.

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SÌ Tav!

Queste sono invece le motivazioni di chi è favorevole alla Tav:

  • Si tratta di infrastrutture destinate a favorire il mercato unico facilitando la circolazione di persone e merci.
  • Ha una rilevante importanza economica.
  • Si dimezzeranno i tempi di percorrenza per passeggeri (Parigi – Milano da 7 a 4 ore) no tav e raddoppieranno i quantitativi di merce trasportata (da 1050 a 2030 tonnellate)
  • Promuove una favorevole ricaduta occupazionale: 2000 direttamente nell’opera e 4000 nell’indotto.
  • È energeticamente sostenibile con una riduzione annuale di emissioni di gas serra pari a quella di una città di 300.000 abitanti.
  • Non ci sono problemi di sostenibilità ambientale. Il progetto complessivo si sviluppa in gran parte in galleria
  • Non ci sono problemi geologici né di radioattività, come confermano 220 sondaggi.
  • Il dissenso è limitato. Il progetto interessa 112 comuni tra Francia e Italia. Gli 87 francesi e la grande maggioranza di quelli italiani non si sono opposti all’opera. I comuni Tavcontrari sono una dozzina e tra essi solo 2 interessati dalla realizzazione di tratti in superficie.

 

Soluzione Referendum?

La proposta di un referendum è stata lanciata dalla Lega, da sempre pro Tav. Opposte, invece, sono le ragioni del M5s. Un referendum consultivo (e quindi non vincolante) può essere indetto a livello locale dalla regione Piemonte, il cui presidente, Sergio Chiamparino del PD, ha già detto di essere favorevole.

E qual è la vostra posizione?

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