Revenge porn e minacce su Telegram: coinvolti anche i minori

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revenge porn, pomigliano sicura, truffe
Foto da dgmag.it

Nella delicata fase di quarantena e distanziamento sociale, necessari per contenere i contagi da Coronavirus, l’unico modo per tenerci in contatto sono i social. La tecnologia, tuttavia, può essere un’arma a doppio taglio. Se da una parte “unisce”, dall’altra può diventare una seria minaccia per la nostra privacy. È ciò che sta accadendo in queste settimane in alcune chat private. Su Telegram, uno dei canali di messaggistica più famosi, si sta diffondendo pericolosamente il fenomeno del revenge porn.

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Revenge porn e non solo

revenge pornI canali incriminati sarebbero 21, con circa 50.000 iscritti. In queste chat private vengono scambiati video e fotografie intime, senza il consenso delle persone ritratte. I partecipanti sono invitati a fare commenti quanto più possibile osceni e offensivi. È questa la pericolosa moda che sta dilagando su Telegram.

In alcuni casi sarebbero state svelate le identità delle vittime e addirittura i numeri di telefono. Lo scopo? Vendicarsi di una ex fidanzata, moglie o compagna. La vicenda ha assunto connotati ancora più preoccupanti quando si è scoperto che ci sono anche casi di pedopornografia: immagini e video di minori, rubate o condivise talvolta dagli stessi papà. “Come faccio a stuprare mia figlia di 15 anni senza farla piangere?” chiede uno di loro. Un altro padre offre come “tributo” scatti rubati dal cellulare della figlia quindicenne.

Commenti e minacce

revenge pornNumerosi sono foto e video sottratti a persone ignare, per lo più donne, molto spesso minorenni, che si ritrovano a essere vittime inconsapevoli di veri e propri “stupri” virtuali. Ci sono anche commenti che incitano alla violenza sui disabili, all’omofobia e al femminicidio. Sarebbero circa 30.000 i messaggi scambiati ogni giorno. Spesso le vittime vengono addirittura contattate, grazie allo scambio di dati personali, indirizzi e numeri di telefono. Sulle chat sono inoltrate anche foto di donne vestite, che verrebbero “denudate” tramite un programma informatico.

È stata Wired, una rivista che si occupa di tecnologia, a portare alla luce queste chat. Ciò che ne emerge è un quadro davvero desolante. Non c’è più un confine tra virtuale e reale: le vittime ignare diventano strumento di gratificazione di migliaia di utenti tramite insulti, minacce, stalking e violazione della privacy.

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Come proteggersi?

revenge pornSono tante le denunce pervenute alla Polizia Postale. Eppure, sembrerebbe non essere un fenomeno nuovo. Wired si era occupata di chat colpevoli di revenge porn su Telegram già lo scorso anno. Questi canali, opportunamente denunciati, vengono chiusi, ma rinascono periodicamente. Molti presentano già un messaggio fissato che rimanda al gruppo di riserva, presupponendo la chiusura di quello principale.

Se una persona dovesse accorgersi di essere finita su uno di questi canali, è opportuno mettersi immediatamente in contatto con lo staff del social. Le principali piattaforme web offrono la possibilità di segnalare i post con contenuti ritenuti offensivi o che non rispettano la privacy degli utenti. È fondamentale denunciare l’accaduto alla Polizia Postale. Inoltre, è consigliabile inviare scatti intimi in cui non compare il volto e solo a persone fidate.