Terremoto Irpinia, quarant’anni dopo: il dramma che colpì la Campania

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Domenica 23 novembre 1980 alle ore 19:34 la terra campana tremò. Un sisma di magnitudo 6.9 colpì la Campania centrale e la Basilicata con un epicentro di circa 10mila km di profondità nei comuni di Teora, Castelnuovo di Conza, Conza della Campania. Il terremoto in Irpinia rase completamente al suolo interi paesi. Oggi ricordiamo l’evento che quarant’anni fa mise in ginocchio l’intera Campania.

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Terremoto Irpinia: il dramma Campano

terremotoAlle ore 19:34 di domenica 23 novembre la terra tremò per 90 secondi. Secondi infiniti che bastarono per spezzare la vita a circa 3000 persone e a lasciare circa 8000 feriti. I comuni più colpiti furono:

  • Castelnuovo di Conza (SA);
  • Santomenna (SA);
  • Conza della Campania (AV);
  • Sant’Angelo dei Lombardi (AV);
  • Laviano (AV);
  • Lioni (AV);
  • Senerchia (AV);
  • Calabritto (AV).
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Otto in tutto furono invece le città toccate dal sisma, tra cui: Napoli, Avellino, Caserta, Benevento, Salerno, Matera, Potenza e Foggia.

Il violento sisma inoltre lasciò senza casa migliaia di persone: si stima infatti che i senzatetto furono circa 300 mila. A tal proposito, nel maggio 1981 infatti, fu approvata la legge 219 a favore delle popolazioni colpite dal sisma per la ricostruzione delle case nei comuni danneggiati.

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Terremoto Irpinia: le polemiche sui soccorsi

terremotoAnche in questa occasione tanto grave non mancarono le polemiche. Ad aggravare già la drammatica situazione fu infatti il ritardo dei soccorsi, fattore dovuto a diversi elementi come per esempio il crollo di ponti e strade e la difficoltà nel raggiungere i paesi colpiti situati nell’entroterra. I soccorsi arrivarono dunque solo dopo 5 giorni. Un fatto grave che spinse l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini a denunziare l’accaduto. In seguito fu rimosso il prefetto di Avellino Attilio Lobefalo e il Ministro dell’Interno Virginio Rognoni rassegnò le sue dimissioni.