Per la legge di Bilancio 2020 del governo “Conte bis” sono previste nuove misure anche sul sistema del ticket sanitario. La manovra finanziaria – che ancora non è stata redatta in forma di testo ufficiale – dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2019, per entrare poi in vigore direttamente il 1° gennaio 2020. La rimodulazione delle spese sanitarie che il Parlamento sta studiando riguarda sia il ticket sanitario, che dovrà essere pagato in base al reddito, sia il superticket, che molto probabilmente verrà abolito.
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Ticket sanitario: com’è oggi?
- Prestazioni di specialistica ambulatoriale (visite, esami di diagnostica strumentale e analisi di laboratorio);
- Assistenza farmaceutica;
- Alcune prestazioni del Pronto Soccorso (i cosiddetti codici bianchi);
- Le cure termali.
Tutti sono soggetti al pagamento della quota di compartecipazione, eccetto chi possiede l’esenzione (circa il 54% della popolazione). Oggi, circa la metà degli italiani paga un ticket “ordinario”, che arriva a un massimo di 36,15 euro a ricetta. L’importo prescinde dunque dalle condizioni di reddito. In più, la manovra finanziaria del 2011 ha introdotto nel SSN anche un superticket, in aggiunta al ticket. Questo prevede un costo fisso di 10 euro sulle ricette di diagnostica e sulle visite specialistiche ambulatoriali. La gestione del provvedimento è stata affidata alle Regioni, libere di scegliere se applicarlo o meno. La Campania ha scelto l’applicazione proporzionale in base al valore della ricetta.
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Ticket sanitario: come sarà domani?
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Le possibili conseguenze della riforma
E per l’abolizione del superticket? Servono sicuramente fondi in più per abolirlo. Si parla di 490 milioni di euro. Una possibile soluzione sarebbe quella di somministrarli prima attraverso un fondo più piccolo iniziale, a cui le Regioni potrebbero attingere. Insomma, la Manovra presenta ancora molte perplessità e domande inevase. Per Nino Cartabellotta, a capo della Fondazione GIMBE – che realizza attività di ricerca e promozione sul sistema sanitario – la riforma è: “Ancora difficile da valutare: troppe le incognite e mancano ancora molti elementi”.
A me sembra giusto che chi ha un reddito di 36.000,00 mila euro paghi un Tiket