Il presidente del consiglio Mario Draghi è a Torino per la firma dell’accordo col Comune per il risanamento. Dopo Napoli, è la seconda grande città d’Italia a firmare il “patto”. Fondi stanziati per risanamento della città, potenziamento della spesa scolastica e progetti di rilancio urbanistico sul piano economico, infrastrutturale ed ambientale. Ma Torino scende in piazza. Fascisti, comunisti e no green pass contestano il capo del Governo.
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Draghi a Torino: il patto per la città
Sono 1,2 miliardi i fondi anti-dissesto che percepirà in un ventennio il Comune: già 79 i milioni erogati per solo quest’anno. Unitamente a questi fondi, il Comune parteciperà dei 2 miliardi stanziati, in cinque anni, per Torino e per il Piemonte da Palazzo Chigi. Questi ulteriori fondi sono stanziati per progetti di rivalorizzazione e ripresa economica. Queste erogazioni senza precedenti sono sempre nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza. PNRR, vale la pena di ricordare, stilato dal governo Draghi che vede il recepimento delle istanze di parti sociali, federazioni sindacali, Consiglio Nazionale dei Giovani eccetera, collegato al Next-Generation EU.
Non solo fondi anti-dissesto, dunque. Nei fondi destinati al capoluogo piemontese anche stanziamenti volti alla riqualificazione ambientale e infrastrutturale della città. Oltre a interventi per l’edilizia popolare, sono previsti fondi per le Vallette, in Borgo San Paolo, per Porta Palazzo, Borgo Dora e Valdocco. Per il Piemonte e Torino anche 268 milioni, oltre ai fondi ordinari, per scuola e istruzione.
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Draghi a Torino: le contestazioni


Non rimane priva di controversie la visita di Draghi nella prima capitale d’Italia. Nel corso degli ultimi giorni sono stati organizzati e annunciati per oggi numerosi cortei e diverse manifestazioni.
Dall’estrema destra all’estrema sinistra, in molti contro il capo dell’esecutivo.
Fanno maggiormente eco le contestazioni al governo dei giovani. Fronte della Gioventù Comunista torinese, insieme ad altri giovani di collettivi “rossi” sono già in piazza dalle 14. “A differenza di altri, noi siamo qui perché siamo contro gli sfratti indiscriminati, per il lavoro, per la scuola. Ci distinguiamo dai fascisti per modi, luoghi, tempi e ragioni“, commentano alcuni. “Questa iniezione di capitale implicherà un indebitamento che verrà pagato dai lavoratori e dagli strati popolari” scrivono sui loro canali social. “Draghi guerrafondaio”, “Assassini di Lorenzo e Giuseppe (in riferimento ai due ragazzi morti durante percorsi che rientrano nei rapporti scuola-lavoro ndr)”, “Torino non ti vuole” gli slogan più usati dalle componenti di estrema sinistra. Presenti anche manifesti con Draghi e Confindustria capovolti a testa in giù. È chiara l’allegoria a piazzare Loreto…
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Non solo l’estrema sinistra. Durante la giornata manifestano anche collettivi di estrema destra. In città hanno infatti manifestato il dissenso, sin dalla mattina:
- Rifondazione Comunista;
- Italexit di Paragone;
- Collettivi di estrema destra;
- Movimenti no green pass.
Proprio con questi ultimi non sono mancate tensioni con le forze dell’ordine in mattinata. Nel corso dei presidi anti-Draghi di stamattina, è stato anche ripetuto il coro “Duce, Duce” contro la polizia, con tanto di manifestanti col braccio teso del saluto fascista.