Truffa stato antartico – Il Sovrano Stato Antartico di San Giorgio, una finta nazione che prometteva agevolazioni e privilegi a chi ne richiedeva la cittadinanza, è risultato essere una grossa truffa. Secondo le indagini degli inquirenti ad essere state truffate sono state 700 persone. Quest’ultime avrebbero pagato dai 200 ai 1.000 euro per ottenere la finta cittadinanza.
Come si evince da diverse agenzie di stampa, le persone indagate provengono da diversi punti d’Italia. I principali sono: Catanzaro (Calabria), Alcamo (Sicilia) e Teramo (Abruzzo).
Ti consigliamo come approfondimento – Reddito di Cittadinanza, maxi truffa da 1.4 mln di € a Torino: 300 rumeni lo percepivano illegalmente
Truffa stato antartico: ecco cosa ha rivelato l’operazione «l’isola che non c’è»
L’operazione condotta dalla Polizia di Stato di Catanzaro, denominata isola che non c’è, ha avuto i suoi risultati.
Trenta sono gli indagati e 12 sono le ordinanze di applicazione degli arresti domiciliari emesse. I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e riciclaggio.
Come si apprende dal Corriere della Sera, le indagini hanno avuto avvio il 7 aprile 2021, a seguito della perquisizione di un immobile sito a Catanzaro. Immobile che sarebbe stata la sedicente sede diplomatica dello stato antartico. Perquisizione che, come si evince dal racconto del CorSera, pare abbia aperto un vaso di Pandora. Gli inquirenti avrebbero, così, scoperto un’associazione a delinquere operante su tutto il territorio nazionale, finalizzata alla commissione di truffe. Truffe basate sull’esistenza del suddetto Stato.
Ti consigliamo come approfondimento – Violenza brutale, tassista picchia a calci e pugni una ragazza. Il video diventa virale!
Truffa stato antartico: ecco cosa promettevano
Ti consigliamo come approfondimento – Finti incidenti che coinvolgono bambini e disabili: una truffa da oltre 600mila euro nell’avellinese
Truffa stato antartico: cos’altro ha rilevato il GIP
Infine, i proventi acquisiti, quantificati in un importo pari o superiore a 400.000 euro, sarebbero stati trasferiti su un conto maltese. Lì avrebbe sede una rappresentanza dello Stato.