Uccide amico dopo aver scoperto che sua figlia di otto anni era stata stuprata da lui. Il 34enne si fa giustizia da solo. Fa scavare una fossa all’uomo e poi lo costringe a uccidersi. L’uomo è stato condannato per istigazione al suicidio con 18 mesi di carcere duro.
Uccide amico: la scoperta dello stupro della figlia
Succede a Mosca, Vyacheslav Matrosov di anni 34 scopre che il suo amico Oleg Sviridov 32enne ha ripetutamente abusato sessualmente della figlia di 8 anni. I due erano amici da anni e colleghi in una fabbrica. Era loro consuetudine vedersi nei fine settimana per bere una birra insieme. In una serata in particolare i due alzano particolarmente il gomito, ubriacandosi e addormentandosi. Vyacheslav è il primo a risvegliarsi e per un caso fortuito si impossessa del telefono dell’amico che ancora stava dormendo.
È a questo punto che arriva la terribile scoperta. L’uomo scopre nel cellulare dell’amico un video in particolare in cui il 32enne violentava la sua figlia più piccola di 8 anni. Secondo quanto riportato dalle testate internazionali nel video la bambina impalare l’uomo di lasciare andare. “Basta così. Non ce la faccio più. Voglio andare a casa”. Subito l’uomo cerca un confronto con l’amico, ma quest’ultima scappa nei boschi. È a questo punto che il padre di famiglia invece di chiamare le Forze dell’Ordine decide di farsi giustizia da solo.
Il 34enne avrebbe rincorso l’amico Oleg che si era rifugiato nei boschi. Secondo quanto riportato dalle testate locali, Vyacheslav dopo aver raggiunto Oleg lo avrebbe costretto con una pala a scavarsi la proprio fossa. A lavoro ultimato lo avrebbe costretto a suicidarsi. Sarebbe grazie a questa dinamica che l’uomo a processo avrebbe evitato la sentenza di omicidio colposo. Il tribunale che lo ha giudicato lo ha infatti condannato per istigazione al suicidio. Il 34enne ha ricevuto una pena di 18 mesi di carcere duro. Risparmiandosi tuttavia la pena dell’ergastolo riservati a chi compie un omicidio.
Vyacheslav ha sin da subito ricevuto l’appoggio della sua comunità. Sono stati li abitanti del suo villaggio infatti a finanziargli il supporto legale di cui aveva bisogno. Una massiccia protesta è anche partita nella cittadina locale per diminuire la pena dell’uomo. Una raccolta firme infatti chiedeva al governo di fargli ottenere una grazia presidenziale. “Qualsiasi padre avrebbe fatto lo stesso. Potrebbe capitare a chiunque. Per questo chiediamo comprensione agli investigatori e alla polizia”. Queste le parole di uno dei sostenitori. Dalla parte dell’accusato anche l’ex moglie dello stupratore che è morto. “Eravamo tutti molto tristi quando abbiamo ricevuto il verdetto. Speravamo che Slava venisse totalmente assolto, e invece gli hanno dato 18 mesi. Avrebbe potuto ricevere una pena più severa, è vero, ma spero che, entro la fine dell’anno, lo grazieranno. Sarebbe una benedizione per lui e per tutta la sua famiglia”.