Ucraina stupri, violenze, uccisioni. Un incubo senza fine sembra assalire le donne ucraine. In molte sono violentate per strada, rapite e stuprate in gruppo. Un’arma di guerra volta a umiliare le donne e un popolo intero. Troppe le donne a cui è stata tolta la vita. Torturate, seviziate e distrutte. Alcune riescono a scappare in Polonia, portando in grembo il seme dell’orrore. Qui, tuttavia, è impedito loro di abortire.
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Guerra Ucraina stupri continui: il crimine nascosto dei soldati russi
Un’altra è stata portata via da casa propria, violentata e picchiata, al ritorno ha ritrovato il marito ferito all’addome. Colpi di pistola e colpi di bestie. Un’altra donna ancora è stata portata al piano superiore di una scuola. Lì si nascondeva coi famigliari e con la figlia. Un soldato russo le ha intimato di spogliarsi, le ha puntato contro la pistola. Con la stessa la “motivava” puntandola al cranio o sparando colpi al soffitto. Altre donne poi, hanno subito stupri di gruppo, alcune fino a perdere i sensi. Alcune fino a implorare la morte e alcune sono state ascoltate. In una casa, dopo lo stupro, su uno specchio è stata ritrovata una scritta. “Torturata da ignoti, sepolta dai soldati russi.” Bruciano i loro corpi, le case, le seppelliscono per nascondere le prove di un abominio.
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La fuga in Polonia delle donne ucraine: salve, ma non possono abortire
Alcune delle vittime di violenza sessuale riescono a fuggire. Alcune nell’Ucraina Occidentale, altre in Polonia. Tuttavia, qui non trovano l’aiuto di cui necessitano. Oltre l’orrore subito, la beffa di non poter dimenticare. Il divieto di aborto. La vera beffa, in realtà, è nella legislazione. In Polonia, la legge vieta l’aborto, se non in casi estremi. Due in particolare: se la donna è a rischio oppure se la donna viene stuprata. Le donne ucraine, sebbene stuprate, seviziate, violentate, abusate, non possono abortire. Perché? Il motivo è semplice quanto disarmante. Non c’è alcun provvedimento penale o indagine in corso che attesti l’avvenuto stupro.
Sono settimane, ormai, dal vicino e lontano 24 febbraio che si cumulano le denunce di stupri. Amnesty International, il Centro per le Libertà civili ucraino, l’Onu, finanche Human Right Watch. Tante le organizzazioni mondiali e governative che hanno lanciato l’allarme. Tuttavia, l’orrore non si arresta. Per Kateryna Busol, ricercatrice del centro di Chatam House, lo stupro è un’arma di guerra. Umiliare le donne, soprattutto davanti ai figli. Umiliare un popolo. In tale maniera, le donne non solo saranno devastate. Dovranno portare con sé l’orrore, ma dare anche alla luce il figlio del nemico.