Arriva ieri, 16 settembre, il primo discorso sullo stato dell’Unione Europea dopo la pandemia. Ursula Von Der Leyen ha fatto presente i vari obiettivi dell’UE per il prossimo futuro, incentrati per lo più su: ripresa dei Paesi membri dopo l’emergenza sanitaria; interventi in materia economica e ambientale; superamento delle discriminazioni di genere e, in particolare, sulla questione dei migranti. Il nuovo piano sulle migrazioni prevede infatti l’abolizione del regolamento di Dublino. Una questione più volte sollevata dal Parlamento italiano, spesso scontratasi con l’opposizione del Consiglio dell’Unione Europea.
Ursula Von Der Leyen sul regolamento di Dublino
Il regolamento di Dublino è un sistema di misure che disciplina l’assegnazione dei richiedenti asilo ai Paesi membri dell’Unione. Con questo provvedimento, coloro che fanno richiesta di protezione internazionale devono rivolgersi esclusivamente al primo paese UE in cui hanno fatto ingresso. Conseguentemente, i richiedenti asilo restano vincolati ai paesi di frontiera nell’attesa che la loro richiesta venga esaminata. Un vincolo che può durare mesi o anni. Un limite che vieta ai migranti di spostarsi, raggiungere i cari, avvicinarsi al mercato del lavoro che ritengono più adatto. Più in generale, un vero e proprio ostacolo a qualsiasi percorso di integrazione concreto.