Vaccino Covid trombosi in seguito a somministrazione di AstraZeneca e Johnson & Johnson: dalla Germania arriva la risposta. Una ricerca condotta dal team dell’università Goethe di Francoforte spiega le cause della formazione degli eventi trombotici. Il problema risiede nel legame con i vettori di adenovirus. Sospeso l’utilizzo di entrambi i farmaci per i soggetti under 60, ma per Aifa e Cts la seconda dose è sicura.
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Vaccino Covid trombosi: AstraZeneca e Johnson & Johnson al bando?
Per quanto concerne Janssen, invece, l’indagine è stata condotta negli Stati Uniti. In data 30 aprile, il sistema di sorveglianza Usa ha segnalato 17 casi di trombosi associati a trombocitopenia – ossia crollo delle piastrine – su 7,98 milioni di dosi somministrate nel Nord America.
Dati che hanno inizialmente allarmato la comunità scientifica. Questo, di conseguenza, ha portato al blocco delle campagne vaccinali che prevedevano l’utilizzo dei suddetti farmaci anti-Covid.
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Vaccino Covid trombosi: una soluzione per ripristinare l’efficacia dei farmaci
Il problema, secondo Marschalek e colleghi, risiede nel comportamento anomalo che investe la proteina Spike di Sars-Cov-2. Alcune parti della stessa si uniscono o dividono generando delle mutazioni, queste non riescono a legarsi alla membrana cellulare impedendone l’immunizzazione. Di qui, queste proteine mutanti fluiscono nel sangue generando dei trombi. Una persona su 100.000 può esserne investita. Tale complicazione non si manifesta nei vaccini Pfizer e Moderna. In quanto farmaci a mRNA essi forniscono il materiale genetico mediante il fluido cellulare e non entrano nel nucleo.
Tuttavia, il team di Marschalek avrebbe trovato una soluzione al problema. “Con i dati che abbiamo nelle nostre mani possiamo dire alle aziende come mutare queste sequenze, codificando per la proteina spike in un modo che prevenga reazioni di separazione non programmate.” In poche parole, modificando la sequenza della proteina Spike viene impedita la scissione. In questo modo, potranno essere corretti gli errori e rendere più sicuri i vaccini Vaxzevria e Janssen. Difatti, J&J ha già contattato l’equipe per comprendere la prassi da seguire.
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Vaccino Covid trombosi, Cts e Aifa: “la seconda dose è sicura”
Da Berlino sono iniziate le segnalazioni, quando il Paul-Ehrilch-Insitut comunicava delle anomalie in seguito al vaccino Vaxzevria. “Un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara – trombosi localizzata alla vena del seno cerebrale –, in connessione con una carenza di piastrine del sangue – trombocitopenia – e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca.” L’Italia stessa ha indetto ulteriori ricerche sull’insorgenza dei rari eventi trombotici. Aifa ha nominato un Gruppo di esperti in patologie della coagulazione. Si tratta di un team di supporto al Cts per comprendere la natura degli eventi biologici e quali strategie seguire per minimizzare il rischio.
Dal rapporto leggiamo: “I casi di trombosi dei seni venosi cerebrali (Tsvc) e/o del distretto splancnico che sono stati osservati dopo la somministrazione di Vazxevria e del vaccino Janssen hanno mostrato come caratteristiche comuni un’insorgenza tra 5 e 21 giorni dopo la vaccinazione, la presenza concomitante di trombocitopenia di varia gravità e un andamento rapidamente progressivo, spesso con il riscontro nei giorni successivi al ricovero di trombosi in numerosi altri distretti vascolari, soprattutto venosi ma anche arteriosi.” A ciò Aifa aggiunge che “il completamento della schedula vaccinale rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus SARS-Cov-2 che garantisce il migliore livello di protezione. Nel contempo, l’attenta attività di farmacovigilanza già in atto consentirà di raccogliere dati aggiornati e stabilire l’eventuale necessità di formulare ulteriori raccomandazioni; volte ad ottimizzare, ove appropriato, il profilo beneficio/rischio nel singolo paziente“.
Resta alto il timore che in molti rifiuteranno la seconda dose di AstraZeneca per paura di un’insorgenza del rischio. Cts e Aifa ribadiscono con fiducia che la seconda dose può essere somministrata con tutta sicurezza. Completare il ciclo è essenziale, afferma maggiormente il Cts. Soprattutto in relazione alla presenza della variante Delta e indiana. Tuttavia si riserva il diritto, per ogni paziente, di rifiutare l’inoculazione Vaxzevria; ricordiamo però anche che Ema afferma la tutela garantita per soggetti over 18.