Al via la sperimentazione sull’uomo del secondo vaccino italiano. Takis, questo è il suo nome, non si conserva a temperature rigide né necessita di un richiamo. Sembra inoltre adattarsi alle varianti, il che lo renderebbe altamente efficace.
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Il vaccino Takis sarà somministrato con una tecnica innovativa
Sta iniziando in queste ore la sperimentazione del nuovo siero anticovid interamente italiano, frutto della collaborazione fra la società romana Takis e la monzese Rottapharm biotech. A inaugurare i test è l’Ospedale San Gerardo di Monza: il primo volontario è un ragazzo di 21 anni. Le sperimentazioni si faranno poi anche all’Istituto Spallanzani di Roma e all’IRCCS Pascale di Napoli, a partire dal 1 aprile.
La tecnica di somministrazione del vaccino è innovativa. Il siero viene infatti inoculato mediante un elettroporatore, uno strumento che dà una scossa che permette al frammento di DNA di entrare nelle cellule. Il direttore dell’ASST di Monza, Marina Cazzaniga, si dice entusiasta della nuova innovazione tecnica. “Lo scorso dicembre abbiamo condotto uno studio con l’elettroporatore: volevamo testare i sintomi della procedura, per poter fornire poi ai soggetti che saranno arruolati nella sperimentazione i maggiori dettagli possibili. Io stessa mi sono sottoposta alla procedura, per essere in grado di spiegare al meglio cosa si prova”.
Questo vaccino si conserva a temperatura ambiente. Non c’è quindi bisogno di garantire catena del freddo e avere dei super freezer, semplificando molto le modalità di conservazione del medicinale. Inoltre, può essere inoculato molte volte, nel caso in cui le vaccinazioni anti-Covid debbano essere ripetute ogni anno.
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Vaccino Takis: non ci sarà bisogno della seconda dose
Per ora si tratterà della somministrazione di una dose minima di siero. Dopo aver atteso qualche giorno e aver appurato l’assenza di effetti collaterali, si procederà con l’assunzione di dosi più massicce di prodotto. Il dosaggio massimo per questo vaccino è di 200 milligrammi: questa dose non dovrebbe richiedere il richiamo.
Oltre a non necessitare della doppia dose, il vaccino italiano potrà essere modificato con l’insorgere delle nuove varianti. Spesso queste non sono coperte dai sieri attualmente somministrati alla popolazione. Questo lo renderà più efficace nel lungo periodo della sua somministrazione. “Sperimentare un vaccino capace di essere modificato in un momento di diffusione delle varianti del Covid rappresenta una opportunità importante da cogliere” – ha sottolineato il direttore generale della ASST Monza Mario Alparone.