Vagina: nasce il museo per combattere il tabù con la cultura

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Vagina

Il primo Museo della Vagina si farà. I più maliziosi hanno già iniziato a sghignazzare, ma c’è poco da scherzare. Non si tratta, infatti, di un altro museo della pornografia, ma di un’istituzione dalle finalità scientifiche ed educative. Aprirà a Londra il prossimo 16 novembre, all’interno del Camden Market, nel vivace e caratteristico quartiere Camden Town.

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Perché nasce il Museo della Vagina?

Tutto parte da un tweet provocatorio di Florence Schechter, youtuber, femminista, attrice e divulgatrice scientifica di origini ebraiche, nel 2017. La donna lamentava l’assenza di un corrispettivo femminile del Museo del Pene in Islanda. Un atto di “sessismo discriminatorio”, secondo lei. Due anni e mezzo dopo, al termine di un crowdfunding che ha permesso di raccogliere tantissime donazioni (circa 50.000 sterline), l’idea si trasforma in una realtà concreta. Il museo della vagina è pronto ad accogliere i primi visitatori, dal 16 novembre 2019. Un debutto col botto: la prima mostra che ospiterà è la “Muff Busters: Vagina Myths and How To Fight Them”. L’obiettivo è quello di sfatare i falsi miti legati all’apparato sessuale femminile. L’intero museo è concepito per dare spazio, in maniera scientifica, alla vagina e tutto ciò che la riguarda, combattendo un inutile e controproducente tabù.

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Finalità educative e culturali

cancro al seno vaginaLa fondatrice ribadisce la necessità di un museo dell genere. Secondo il Jo’s Cervical Cancer Trust, un ente benefico per lo screening del cancro della cervice uterina, più di un quarto delle ragazze britanniche tra i 25 e i 29 anni sono troppo imbarazzate per sottoporsi a uno screening cervicale. Per questo, il museo si propone di realizzare programmi educativi per tutte le età, così che tutte possano conoscere il proprio corpo e non sentirsi più a disagio. La vergogna rende difficile il dialogo e quindi l’informazione. La struttura ospiterà quindi esposizioni artistiche e scientifiche, proiezioni cinematografiche, workshop e laboratori, tavole rotonde e iniziative volte a promuovere salute ed educazione sessuale. Questo avverrà con la collaborazione di esperti del settore, medici e psicologi. Seguirà un ricco merchandising interamente dedicato al tema.

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Salute e inclusività

eros vaginaL’ingresso non prevede limiti di età e sarà gratuito. Il Museo della Vagina collaborerà con il Royal College di Ostetricia e Ginecologia. Il vice presidente di quest’ultimo, Alison Wright, ha dichiarato di credere nel lavoro in tandem delle due istituzioni, che condividono la stessa mission. L’obiettivo comune è promuovere e diffondere conoscenza sull’anatomia e la salute ginecologica, dando vita a dialoghi sereni e costruttivi.

Il museo, inoltre, sarà un luogo inclusivo, in cui troveranno spazio e supporto anche persone transessuali e intersessuali che non si adattano né alla definizione biologica di maschi né a quella di femmine. Un punto di riferimento per tutti i generi perché, come ha spiegato la fondatrice, non basta avere una vagina per essere una donna e non tutte le donne hanno una vagina.

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