Variante inglese lockdown o zone rosse, i pareri continuano a restare divisi, ma i casi aumentano. Diversi gli allarmi, ma alcuni insinuano il dubbio di illecito. Tra terrore e verità, si fa sempre più vivo l’incubo di ritornare reclusi in casa. La proposta di Gimbe è di chiudere tutto per almeno 2-3 settimane. Crisanti chiede di abbandonare le zone gialle a favore di un colore rosso. Tra soluzioni e vaccini, le varianti aumentano.
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Variante inglese lockdown di almeno due settimane, avverte Gambe
Gimbe analizza i contagi e avverte: “Anche questa settimana nonostante i dati riflettano i contagi avvenuti in un’Italia tinta di rosso e arancione, i nuovi casi non accennano a diminuire. E guardando ai dati regionali si rilevano segnali di incremento, favoriti dalla circolazione delle nuove varianti.” Nino Cartabellotta, presidente della fondazione, analizza il monitoraggio. “Serve un cambio di passo nel controllo della pandemia perché, complici le varianti, è impossibile piegare la curva dei contagi con le attuali misure di mitigazione, confidando solo nel potenziamento della campagna vaccinale. Questo è il momento per abbattere la curva dei contagi con un lockdown rigoroso di 2-3 settimane al fine di riprendere il tracciamento, allentare la pressione sul sistema sanitario, accelerare le vaccinazioni e contenere l’emergenza varianti.”
Del parere contrario è Roberto Burioni: “La nuova moda è terrorizzare con la variante“. Secondo l’esperto, non ci sono dati sufficienti per avvalorare la paura che i vaccini non riescano a debellare il virus e le sue mutazioni.
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Variante inglese lockdown o zone rosse?
Non è più chiara quale sia la strada più opportuna da prendere. Crisanti si aggiunge a Gimbe in un allarme alle varianti. “La variante inglese ha una capacità di trasmissibilità elevatissima: in Inghilterra sono passati da 10mila a 60mila in tre settimane. Se mi aspetto un aumento notevole dei contagiati viste queste premesse? Si, nelle prossime due o tre settimane, a meno che non si adottino misure di contenimento”. Inefficacia della zona gialla che porta solo ad aumento dei casi. “Dobbiamo fare si che questo non accada, bisogna agire per anticipare il virus.” Aggiunge. “Le zone arancioni e le zone rosse, potrebbero andare bene in determinate situazioni; ma non dove circolano le varianti. In Italia ci sono un paio di focolai, in Umbria e in Abruzzo, in questi casi bisogna fare un lockdown chirurgico.”
Zone rosse, mini-lockdown o lockdown nel fine settimana. Le ipotesi tra Governo ed esperti si aggirano intorno a queste ipotetiche soluzioni. Per il momento, si scongiura la chiusura totale. “Il lockdown nazionale non è necessario. Siamo in guerra e per uscirne servirà tutto il 2021.” Secondo l’opinione di Sileri, ex viceministro della Salute. Attaccare ora prima che l’incubo ritorni un anno dopo, a marzo.