Un nuova minaccia per la salute incombe sull’Europa. Pochi giorni fa, un uomo di 54 anni della Galizia del Nord, in Spagna, è stato punto e ucciso da una particolare specie di calabrone. Non si tratta del già noto calabrone europeo (Vespa crabro) né del più aggressivo “calabrone gigante asiatico“, non ancora documentato sul suolo europeo (Vespa mandarinia). La vespa killer che ha fatto scattare l’allarme è la Vespa velutina, conosciuta anche come “calabrone a zampe gialle”. È un imenottero di circa tre centimetri e può volare anche a 40 chilometri orari. È letale per le api: le uccide per nutrire le sue larve e ne distrugge gli alveari. Ma può essere molto rischioso anche per l’uomo per il veleno rilasciato dalla sua puntura. In Liguria e Piemonte sono state accertate vere popolazioni di Vespe velutine. Ma sono state raccolte segnalazioni anche in Veneto, Toscana e Lombardia. Ecco come riconoscere la vespa killer e cosa fare in caso di un suo avvistamento.
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Vespa killer: come riconoscerla
La Vespa velutina è di colore scuro con un’ampia banda giallo-aranciato sulla parte terminale dell’addome. Anche la parte frontale della testa è gialla, così come le estremità delle zampe, dette “tarsi”. Quest’ultima caratteristica è particolarmente importante. Ci permette di riconoscerla e distinguerla dalla Vespa crabro (il già noto calabrone di origine europea) e dalla Vespa mandarinia (nota anche come “calabrone gigante asiatico”) che invece hanno le estremità delle zampe scure.
I maschi di Vespa velutina si distinguono dalle femmine per l’assenza del pungiglione e per le antenne di maggiori dimensioni. Le femmine invece possono essere operaie o regine. Sono simili tra loro, ma si distinguono per la presenza nelle seconde di organi riproduttivi fertili.
Le Vespe velutine si nutrono prevalentemente di api. Le attaccano “appostandosi” in prossimità degli alveari. Infatti, un modo per catturarle è stato proprio quello di porre delle trappole all’esterno dei nidi. È possibile catturare questi insetti con trappole composte da bottiglie di plastica contenenti birra. Questa bevanda è infatti attrattiva per le vespe ma non per le api. Ma si comincia a pensare a soluzioni più tecnologiche, come chip da inserire negli insetti per tracciarne gli spostamenti e individuarne le tane.
Questo insetto è pericoloso non solo per la biodiversità ma anche per l’uomo. La sua puntura può portare allo shock anafilattico, con danni permanenti a fegato e cuore e anche esiti letali.
Vespa killer: dall’Oriente all’Occidente
In Italia, il primo esemplare adulto è stato catturato nel 2012 in Liguria, a Loano, in provincia di Savona. Si è inoltre riscontrata una notevole presenza di nidi da Ventimiglia a Imperia. Ma sono stati trovati anche a Finale Ligure e La Spezia. Nel 2017 sono stati ritrovati esemplari anche in Veneto e Lombardia, a Bergantino (Rovigo) e a Borgofranco sul Po (Mantova). Sono state individuate vespe velutine anche in Toscana: nel 2017 a Pietrasanta (Lucca) e nel 2019 a Massa. In Piemonte è stato individuato il primo nido nel 2013 a Monasterolo Casotto, in provincia di Cuneo.
Dall’inizio del mese di aprile 2020 sono ricominciate le segnalazioni di Vespa velutina tra la Liguria e la Toscana. Sono state verificate e smentite, invece, quelle relative all’Abruzzo.
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Cosa fare in caso di avvistamento?
- Effettuare una segnalazione: occorre segnalare la presenza dell’insetto sul sito www.stopvelutina.it oppure chiamando il Servizio Veterinario dell’Asl o i Vigili del Fuoco (115);
- Eliminare i nidi: è sempre meglio contattare le autorità preposte (Vigili del Fuoco o le squadre di intervento);
- Posizionare trappole anti-vespa: il momento migliore per mettere le trappole è la primavera, quando cominciano a volare le regine che vogliono fondare una colonia, oppure la fine dell’estate o l’inizio dell’autunno, quando nascono le nuove regine.