Virus respiratorio neonati: è allarme! Ospedali già pieni, bambini a rischio

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Virus respiratorio neonati, per loro c’è un mostro più grande del Covid-19. Si chiama virus respiratorio sinciziale (Rsv) e dagli anni ’50 ad oggi rappresenta un incubo per i neonati. Soltanto nell’ultimo mese gli ospedali si sono infatti riempiti di pargoli. Solo a Padova sono 16 i ricoverati (4 intubati in rianimazione), 10 invece a Roma (di cui 2 in terapia intensiva). Si tratta di un virus che se contratto nei primi anni di vita può provocare bronchiolite gravi. Nonostante ciò a distanza di 70 anni ancora nessun vaccino è stato trovato.

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Virus respiratorio neonati: che cos’è il RSV

Anniversario coronavirus, Virus respiratorio neonati,Ad illustrare il virus è Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri). “Il viurs, se contratto nei primi mesi di vita, provoca forme di bronchiolite gravi”. Differente invece se colpisce gli adulti perché in questo caso: “Si risolve con sintomi lievi come febbre e tosse”. Ciò che preoccupa però quest’anno è la forza con cui si è palesato. “Solitamente i neonati sono protetti dagli anticorpi materni che si trasmetto attraverso la placenta”. Questa volta però: “Non è stato così”. Anche i tempi del virus si sono anticipati. “Solitamente arriva a dicembre-gennaio, quest’anno è arrivato con 2 mesi d’anticipo”.

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Virus respiratorio neonati: prevenzione, vaccino e il commento di Burioni

Bimbo sordo meningite, Virus respiratorio neonati,Attualmente risultano esserci tre sperimentazioni di vaccini e terapie con anticorpi monoclonali. I primi indicati per madri e infanti, i secondi soltanto per i bambini prematuri e molto fragili. La precauzione dunque è al momento l’unica arma a disposizione. Dal lavaggio delle mani alle mascherine, come il distanziamento. Tutte precauzione che il Covid ci ha già insegnato ma che questa volta potrebbero salvare tantissimi neonati. Così commenta il noto virologo Burioni a riguardo. “Costituisce un pericolo non indifferente per i bambini più deboli”. Gli ospedali però questo già lo sanno. I reparti addetti infatti risultano ormai già tutti pieni. Questa volta però con due mesi d’anticipo.