Vitalizio vittime camorra: maxi-sequestro della procura di Torre Annunziata a moglie e suocera di un esponente del clan Gionta. Percepivano senza diritto il vitalizio riservato alle vittime di camorra.
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Vitalizio vittime camorra: sequestro per 166mila euro
La procura di Torre Annunziata, in collaborazione con la prefettura di Napoli, ha emesso un decreto di sequestro preventivo di beni del valore di 166mila euro nei confronti di due donne, moglie e suocera di un affiliato al clan Gionta, che percepivano ingiustamente il vitalizio destinato alle famiglie delle vittime di camorra. Le due, moglie e figlia di una delle vittime della strage di Sant’Alessandro, hanno percepito il vitalizio per 15 anni.
Chi ha concesso questo vitalizio nel 2002 ignorava il fatto che la figlia della vittima fosse sposata con un esponente del clan Gionta. Al momento della richiesta, infatti, la donna si era dichiarata nubile. Solo nel 2009 accertamenti della prefettura di Napoli hanno portato alla luce il matrimonio della donna con l’esponente del clan, e in quell’occasione, pur di continuare a percepire i soldi, la donna ha addirittura simulato una separazione dal marito. Informazione, anche questa, falsa, visto che i due hanno avuto una figlia nel 2017. Il boss, nel frattempo, è stato arrestato e si trova tuttora nel carcere di Secondigliano con l’accusa di associazione di stampo mafioso, estorsione e rapina. Sono stati proprio i ripetuti colloqui con il marito in carcere a dimostrare che il loro legame era ancora vivo.
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La vittima uccisa nella strage di Sant’Alessandro
La richiesta del vitalizio da parte delle due donne vicenda trae origine dalla strage di Sant’Alessandro (26 agosto 1984). La strage aveva come obiettivo principale quello di colpire al cuore il clan Gionta di Torre Annunziata. Il boss del clan, Valentino Gionta, riuscì a sfuggire ai suoi assassini per un soffio. L’attentato però costò la vita a ben otto persone – alcune delle quali totalmente estranee ai fatti di camorra. La strage fu ricostruita anche nel film Fortapàsc, dedicato alla memoria del giornalista Giancarlo Siani.