Negli ultimi giorni l’opinione pubblica ha molto discusso sulla possibilità di estendere il diritto di voto ai ragazzi che hanno compiuto 16 anni. L’idea è stata riproposta dall’ex Premier PD Enrico Letta durante un’intervista rilasciata al giornale la Repubblica. “Bisogna pensare a una riforma costituzionale da fare in un anno per dare il voto ai sedicenni” ha affermato. Le manifestazioni mondiali sul clima hanno dimostrato che i giovani della Generazione Z (i nati tra il 1996 e il 2012) sono “vivi” e ben consci delle problematiche politiche e ambientali. Una maturità che, secondo alcuni, dovrebbe essere premiata.
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Voto ai sedicenni: le reazioni del mondo politico
Il Movimento 5 Stelle vanta una grande base giovanile e da sempre spinge per il voto ai sedicenni. Il ministro grillino Luigi Di Maio lo ha rivendicato, anche per cercare di riappropriarsi del tema. “I giovani in Italia vengono definiti, a seconda del momento, choosy, viziati, gretini. Per noi vanno soprattutto rispettati, ascoltati e messi al centro della nostra politica”. E ancora: “Nei prossimi giorni proposta di legge per voto a sedicenni. È una nostra vecchia battaglia“.
Dello stesso avviso anche la Lega di Matteo Salvini. Il leader leghista salutava con simpatia i ragazzi che manifestavano per l’ambiente. “C’era una proposta di legge della Lega: diritto di voto esteso ai sedici anni. In questo momento storico è sacrosanto”.
Persino Forza Italia si accoda. “Cominciamo con le Amministrative” sostiene Anna Maria Bernini dal Senato.
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Le nazioni dei sedicenni votanti
Nel mondo, alcuni Paesi già consentono ai ragazzi di esprimere le proprie idee attraverso il voto. Dal 2007, i sedicenni possono votare in Austria; in Scozia hanno preso parte al Referendum per l’Indipendenza del 2014 e dal 2015 a ogni consultazione politica; in Norvegia è in corso una sorta di “esperimento” per le elezioni locali. In alcuni stati dell’America del Sud, come Argentina e Brasile, è via libera ai ragazzi. Da marzo 2018 anche Malta da fiducia ai sedicenni, avendo già sperimentato tale soluzione per il rinnovo dei Consigli Comunali dal 2015, anno in cui l’Estonia ha definito i 16 anni come età minima per partecipare alle elezioni locali. In Bosnia i diritti elettorali possono essere acquisiti a 18 anni o in alternativa a 16, nel caso si abbia già un impiego.
In Italia, abbassare la soglia d’età comporterebbe un afflusso alle urne di circa 1 milione in più di elettori. Questi si andrebbero ad aggiungere ai 49 milioni di aventi diritto al voto, pesando circa il 2% sul totale.
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Pro o contro?
C’è anche chi si preoccupa perché, alle ultime elezioni, gli elettori più giovani hanno votato in massa partiti estremisti e populisti, che promuovono valori di intolleranza. Un’altra spiegazione è che i giovani tendono a votare come i loro genitori. Quindi si tratterebbe di dare più forza al voto di chi già vota.
Voi da che parte state? Scrivetecelo nei commenti!