Il POS è stato oggetto di tantissime polemiche negli ultimi anni, da quando nel 2014 è in vigore il D.lgs n.179/2012 che ne prevede l’obbligo. Secondo il Consiglio di Stato della Repubblica Italiana (organo di rilievo costituzionale e giuridico) la sanzione di mancato inserimento del POS nel proprio esercizio commerciale è illegittima. Non è rispettata infatti, la copertura costituzionale a causa della norma primaria che non ne fissa i criteri.
POS, l’obbligo dei pagamenti con carta di credito
Il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), seguendo le modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità 2016, ha emanato il decreto attuativo con sanzioni e casi di applicazione. Ha cercato così di risolvere il tutto con l’applicazione della sanzione amministrativa e rimandando a quanto previsto dall’articolo 693 del Codice Penale.
Come detto infatti, dal 2014 sia i commercianti, sia gli artigiani che i professionisti hanno l’obbligo di accettare pagamenti con carta di debito e di credito. La sanzione da 30 euro, per il mancato obbligo, però, vìolerebbe il principio della “riserva di legge”, perché non è adeguatamente regolamentato da una norma primaria.
Questo il giudizio del Consiglio di Stato e dei Giudici di Palazzo Spada che bocciano la legge e rimandano il POS al mittente, con parere negativo. “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”, articolo 23 della Costituzione che ha sollevato dubbi sulla costituzionalità delle disposizioni contenute.
Quindi, benché la lotta all’evasione e al riciclaggio del contate sia di importanza cruciale è giusto operare nel rispetto formale e sostanziale dei principi dell’ordinamento giuridico e costituzionale.
Nel frattempo si attende
È stata richiesta infatti una relazione tecnica che illustri le soluzioni ritenute possibili per superare i profili di incostituzionalità legati alle considerazioni sopra esposte. Starà al MISE presentare la relazione con le possibili soluzioni per superare i rischi di incostituzionalità.