Pensioni a rischio? Per gli esperti torna la riforma Fornero nel 2023

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Riforma pensioni Fornero – Scoppia il caso delle pensioni. Le forze politiche già sono in pista per rivendicare riforme e modifiche al sistema o, in alcuni casi, la conservazione dell’ordinamento attuale. Per gli esperti però è sicuro: dal 2023 torna la riforma Fornero senza deroghe. Ed è subito preoccupazione per i pensionati e per quelli che ambiscono la pensione. Idati pubblicati a inizio mese dall’Istat non sono incoraggianti.

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Riforma pensioni Fornero: il sistema contributivo

Covid Cassa integrazione, riforma pensioni forneroIl sistema pensionistico italiano è ormai fondato su un sistema di tipo contributivo. Non lo è da oggi, né dagli ultimi dieci anni: la prima grande riforma delle pensioni fu fatta a metà anni 90. Il peso delle tante pensioni retributive, su cui incidevano in larga parte i cosiddetti baby pensionati, ha reso necessario un cambio di marcia.

Dal governo Dini in poi è iniziato un progressivo passaggio dal vecchio sistema al nuovo. Prima la pensione era rapportata all’ultimo stipendio, dopo è stato rapportato ai contributi versati e all’aspettativa media di vita. Le donne potevano andare in pensione a 58 anni e gli uomini a 63 con almeno 38 anni di contributi.

Ma aumentando l’aspettativa di vita media, il quarto governo Berlusconi, con le riforme Sacconi, ha iniziato ad aumentare l’età pensionabile. Non solo: lo stesso governo ha iniziato ad aumentare anche gli anni di contributi necessari per andare in pensione.

Ma la crisi finanziaria, mista alla crisi del sistema pensionistico, ha portato ad ulteriori interventi. Infatti il governo Berlusconi, con il decreto legge 138 del 13 agosto 2011, si impegnò con l’Unione Europea a operare tutta una serie di tagli radicali entro la fine del 2011, tra cui quelli alle pensioni. Il provvedimento fu approvato e convertito in legge da tutta la maggioranza di centrodestra: Popolo delle Libertà di Berlusconi, con all’interno anche la Meloni, Lega Nord, Movimento per le Autonomie, Futuro e Libertà per l’Italia e altre componenti.

Fu così necessaria una riforma, che porta la firma di Elsa Fornero.

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Riforma pensioni Fornero: governo Monti e i successivi interventi

Crisi governo conte Renzi, riforma pensioni forneroLa riforma Fornero ha innalzato l’età pensionabile fino a 67 anni con almeno 41 anni di contributi.

L’introduzione della riforma, senza gradualità e possibilità di “salvezza”, ha causato moltissimi problemi sociali ed economici, con milioni di persone che, dalla possibilità di pensione, si sono trovati senza lavoro e senza pensione. I cosiddetti esodati.

Il problema non fu inizialmente affrontato, e fu solo il governo Renzi, con gli interventi di Delrio, che ha permesso a larga parte di quegli esodati di andare in pensione.

Gli interventi sul decreto Salva Italia non sono, però, finiti col governo Renzi. Oltre all’Ape sociale di Renzi, per le decine di migliaia di esodati rimaste sono stati approntati anche altri interventi. Il primo governo Conte, infatti, ha infatti introdotto, per un breve periodo, la cosiddetta quota 100: per chi volesse entrare in pensione era sufficiente che la somma tra età anagrafica e contributi fosse pari o superiore a 100. L’unica problematica era rappresentata dalla minore pensione erogata.

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Riforma pensioni Fornero: nel 2023 si torna alla Fornero?

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Foto da redattoresociale.it

In questa campagna elettorale, molte forze stanno giocando sulla “gola” dei pensionati e pensionandi. Alcuni parlano di quota 41, altri di pensioni a 1000 euro, altri ancora di quota 105. Pochi, in verità, parlano del ripristino della legge Fornero.

L’innalzamento delle pensioni a 1000 euro e la quota 41, ripresa dai parametri dell’Ape sociale di Renzi, accende i cuori dell’elettorato di centrodestra.

Ma per molti tecnici, l’innalzamento a 1000 euro al mese delle pensioni è quasi impossibile: per farlo, le opzioni sarebbero aumento delle tasse, patrimoniale sulle pensioni alte o distrazione dei fondi del piano UE per le prossime generazioni (Next Generation EU, quello che noi chiamiamo PNRR).

Gli ultimi dati di Istat e Tesoro non fanno ben sperare. Sono già 307 i miliardi spesi in trattamenti previdenziali, e circa 20 miliardi in più di debito l’anno sono fatti solo per coprire le spese causate da pensioni alte e quota 100.

E mentre il PD fa una levata di scudi a difesa della Fornero, molti esperti sono ormai sicuri: dal 2023 tornerà la legge Fornero senza ulteriori deroghe. Dopotutto, l’emergenza esodati non c’è più.

Quindi no: i pensionati non avranno le pensioni aumentate. No, non si potrà andare in pensione prima – salvo far fallire lo Stato. E no, i pensionati e i pensionandi, già organizzati sul modello Fornero, non subiranno ripercussioni.

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