Eruzione devastante mostrata nel documentario della TV svizzera suscita accese polemiche. Napoli in fiamme per eruzione dei Campi Flegrei. Segue la smentita dell’Istituto Nazionale di Geofisica. L’ autore del documentario: “mi riferivo a eventi passati”.
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Eruzione devastante dei Campi Flegrei: Napoli distrutta nella simulazione
Ha suscitato molto scalpore il documentario della RSI. La rete svizzera in una simulazione dimostrativa ha proiettato Napoli in uno scenario apocalittico. Secondo la simulazione, nel caso in cui ci fosse un’eruzione del Vesuvio, Napoli verrebbe coperta da 30 metri di cenere, arrecando inoltre gravissimi danni a tutto il Sud Italia danneggiando gravemente l’agricoltura.
La simulazione, pubblicata il 4 aprile scorso, mostrava scenari a dir poco agghiaccianti. Era possibile vedere piazza del Plebiscito sommersa da nubi ardenti, la Basilica di San Francesco di Paola distrutta dalle fiamme e in generale la città di Napoli completamente sommersa dalla cenere. Per il vulcanologo Patrick Allard, se si verificasse un’eruzione, vedremmo colonne di cenere innalzarsi fino alla stratosfera, questa cadrebbe non soltanto su Napoli ma su tutta l’area circostante per molti chilometri. Tale simulazione ha destato non poche preoccupazioni in quanto l’area flegrea è attualmente colpita da continue scosse di terremoto che, seppur di bassa intensità, sono comunque oggetto di preoccupazione per gli abitanti di Napoli.
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Eruzione devastante dei Campi Flegrei: la risposta dell’istituto di Geofisica
Non si è fatta attendere la risposta dell’Istituto Nazionale di Geofisica che monitora l’area: “Non c’è al momento nessun segnale di un’imminente eruzione dei Campi Flegrei”, si legge nella nota firmata dalla direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv Francesca Bianco e dal direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv:“[…]Si tratta di una informazione non basata su dati, e che ignora completamente tutte le importanti attività scientifiche e di pianificazione che vedono, scienziati e Protezione Civile lavorare fianco a fianco per gestire la pericolosità vulcanica ed il relativo rischio di una dell’ area.[…] Tutto ciò non ha alcun senso scientifico; è un’informazione dannosa che sfrutta il sensazionalismo e raccoglie l’attenzione del lettore terrorizzandolo.”. Qui potete vedere parte della simulazione.
Pronta risposta invece è stata data da Patrick Allard, il vulcanologo autore del documentario. Riconosce l’inadeguatezza dei toni scusandosi e chiarendo che la simulazione era fatta con riferimenti ad eventi passati.