Non tutti sanno che esiste un’alternativa alla laurea che potrebbe fornire maggiori opportunità di trovare lavoro in breve tempo. Dopo il diploma, chi ha intenzione di continuare a studiare è proiettato inevitabilmente all’università. I nostri atenei vantano una certa fama ma sono pochi gli indirizzi che hanno un programma di solida esperienza sul campo per le matricole. Oltre a essere molto ferrati sulla teoria, infatti, il mondo del lavoro ci vuole molto competenti. Gli istituti tecnici superiori (ITS) potrebbero essere la migliore soluzione. Vediamo insieme di che si tratta.
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Cosa sono gli ITS?
Gli istituti tecnici superiori sono scuole ad alta specializzazione tecnologica. Hanno durata biennale o in alcuni casi triennale. Vi si accede dopo il diploma. Si tratta di percorsi formativi progettati da enti e realtà economiche del territorio. In Italia sono attivi da circa un decennio. Negli ultimi anni, il numero di iscritti sta crescendo: oggi, secondo l’ultima rilevazione Indire, sono più di 15.000.
I tassi di occupazione, a un anno dal conseguimento del titolo, sono migliori di quelli relativi ai laureati. Anche all’estero realtà simili vantano grandi numeri e riscuotono successo tra i giovani. In Germania, ad esempio, esistono le Fachschulen, scuole di alta formazione. In Francia, invece, si chiamano Brevet de Technicien Supérieur, licenza di tecnico superiore. Pur conservando le proprie peculiarità, tali percorsi tendono a formare figure professioni altamente specializzate, molto richieste dal mercato.
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Istituti tecnici superiori: scuole per tecnologie applicate
Le aree in cui operano gli istituti tecnici superiori sono sei:
- Efficienza energetica;
- Mobilità sostenibile;
- Nuove tecnologie della vita;
- Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo;
- Tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
- Nuove tecnologie per il Made in Italy (a sua volta suddivisa in cinque sottocategorie: sistema Meccanica, sistema Moda, Servizi alle imprese, sistema Agroalimentare, sistema Casa).
Ogni area è è poi declinata in differenti indirizzi, ciascuno con specifiche figure di riferimento e corsi ad hoc. La scelta spetta alle regioni, competenti per quanto riguarda la formazione negli istituti tecnici superiori sul territorio.
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L’alto potenziale degli ITS
Il punto di forza degli ITS è lo stage obbligatorio che occupa il 30% delle ore complessive. Lo sviluppo di competenze tecniche sul campo rende immediatamente spendibile il titolo ottenuto.
I programmi possono variare nel tempo, adattandosi alle esigenze di mercato. Così, le figure formate dagli istituti tecnici superiori sono performate e appetibili per le aziende che gravitano in quel settore. Secondo l’ultimo monitoraggio Miur-Indire, l’80% dei diplomati (2.068) all’Its nel 2017 ha trovato lavoro entro un anno dal diploma. Inoltre nel 90% dei casi (1.860) questo lavoro è in un’area coerente con il percorso di studi concluso.
Nonostante il grande potenziale, queste realtà formative sono poco conosciute. Occorrerebbe una maggiore promozione dei percorsi offerti, ampliando le alternative di scelta per i neodiplomati. L’università, insomma, non è l’unica strada percorribile per chi desidera continuare a studiare e cercare lavoro in un settore affine alle sue inclinazioni.
Per tutte le informazioni relative ai corsi, le sedi e le iscrizioni, si invita a visitare il sito del Sistema ITS.